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29/10/2010 04:44:47

Spatuzza fa marcia indietro. Spunta l'ipotesi di un'agenzia deviata per le stragi del '92-'93

e anzi " ha precisato di non essere in grado di riconoscere la persona avvistata per pochi attimi nell'autorimessa": lo precisa in una nota l'avvocato Michele Laforgia, difensore del funzionario dell'Aisi Lorenzo Narracci, indagato dalla procura nissena nell'ambito dell'inchiesta sulla strage. Ieri davanti agli inquirenti è infatti comparso Gaspare Spatuzza, pentito chiave del processo. "Contrariamente a quanto diffuso da alcuni organi di informazione - sottolinea l'avvocato Laforgia in una nota - Gaspare Spatuzza non ha mai identificato il dottor Lorenzo Narracci come l'uomo, estraneo a Cosa Nostra, presente nel garage, in cui fu predisposta l'autobomba utilizzata per la strage di via d'Amelio".

LARI.  "Stiamo cercando di chiudere nei prossimi due o tre mesi l'indagine su Spatuzza, speriamo di riuscirci". Lo ha detto il procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari, parlando della nuova indagine sulla strage di via D'Amelio, dopo le dichiarazioni rese dal neo pentito di mafia Gaspare Spatuzza che si e' autoaccusato raccontando una versione diversa da quella finora conosciuta sulla strage in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta.

A questo punto, e' probabile che si annunci un svolta per l'indagine con la richiesta di revisione del processo. Un'ipotesi che si fa sempre piu' concreta, anche se ancora e' presto perche' bisogna aspettare la decisione formale della Procura di Caltanissetta.

UN'INTERA AGENZIA DEVIATA? Non è più solo il mistero del "signor Franco", l'ufficiale di collegamento fra Stato e mafia di cui ha parlato Massimo Ciancimino. Il procuratore aggiunto Antonio Ingroia e i sostituti Nino Di Matteo e Paolo Guido indagano adesso su una vera e propria agenzia deviata all'interno dei servizi segreti, che avrebbe curato tutte le fasi principali della trattativa con i vertici di Cosa nostra durante le stragi del '92 e '93.

Ieri pomeriggio, Massimo Ciancimino è stato messo a confronto dai pm di Palermo con il presunto "capitano", l'agente dell'Aisi Rosario Piraino, che è indagato per violenza privata con l'aggravante di aver favorito Cosa nostra. Il supertestimone della Procura continua a sostenere il suo riconoscimento: "Venne a trovarmi nel 2005, mentre ero ai domiciliari a Palermo. Disse: "Non è il caso che tu prenda argomento di carabinieri o di rapporti con Berlusconi"". Il "capitano" sarebbe tornato nel 2009, con altre minacce, nella casa bolognese di Ciancimino.
Piraino respinge le accuse. Il suo legale, Nino Caleca, dice: "Esistono elementi oggettivi per verificare la veridicità di quanto affermato dal mio cliente, sono sicuro che i pm li riscontreranno presto". Piraino è pronto a portare i fogli delle sue missioni: "Da almeno 15 anni non vado a Bologna", ha messo a verbale.
Tredici anni fa, un faccendiere siciliano diventato collaboratore di giustizia, Francesco Elmo, parlò ai pm di Palermo di una "agenzia" dei servizi in rapporti con Cosa nostra: disse di averne avuto notizia da un tale "signor Di Maggio". Lo riconobbe in foto nell'agente Narracci. Ma qualche tempo dopo l'indagine si arenò. Posto a confronto con lo 007, Elmo offrì solo una ritrattazione.