La circostanza riferita ai pm palermitani dall'ex direttore generale della banca popolare di Palermo, circa la richiesta da parte di Vito Ciancimino e Marcello Dell'Utri di un prestito, nel 1986, di 20 miliardi di lire a favore di Silvio Berlusconi "é smentita - commenta l'avvocato di Dell'Utri Giuseppe Di Peri - da una consulenza nel caso specifico al di sopra di ogni sospetto di parzialità : quella dell'ex funzionario della Banca d'Italia Francesco Giuffrida". Giuffrida, spiega il legale, "già nel processo per concorso in associazione mafiosa al senatore, disse che negli anni 1985-1986 "la Fininvest non aveva alcuna necessità di ricorrere al credito bancario".
E questo sia perché avrebbe avuto una forte liquidità , sia perché in caso di bisogno avrebbe usato "la raccolta del risparmio". Ma Di Peri fa notare un'altra incongruenza relativa all'incontro: "Massimo Ciancimino - dice - (figlio dell'ex sindaco n.d.r.) ha sempre detto che il padre non frequentava Dell'Utri perché lo riteneva inaffidabile. Una constatazione che mal si concilia col presunto incontro con Scilabra". "Quindi, in buona sostanza - per Di Peri - le dichiarazioni del bancario sono assolutamente distoniche rispetto alle stesse emergenze processuali".