Simanella è pronto a consegnare ai magistrati della Procura di Palermo che stanno indagando sulla morte di Giuliano, dopo la riesumazione del cadavere, tutta la documentazione che, nero su bianco, sostiene che Di Maria sapeva bene che il morto non era Giuliano. Queste due persone – ha reso noto Simanella – hanno deciso di affidare all’autore del volume le dichiarazioni che, “l’avvocaticchio” ha reso loro un mese prima di morire. “Il documento – afferma Simanella in una nota – rappresenta una vera e propria novità poiché smentisce il fatto che Di Maria si fosse portato nella tomba il segreto di ‘tutta una vita’”. Simanella parla di “finta morte di Giuliano” e di “presunto omicidio” vista la sua certezza che “a morire al posto di Giuliano fu una giovane vittima la cui unica colpa è stata soltanto quella di somigliare al bandito più famoso di tutti i tempi cioé Salvatore Giuliano”.
Nel documento, inoltre, Di Maria scagiona completamente Giuliano per la responsabilità nella strage di Portella della Ginestra. Simanella non ha voluto render noto il contenuto specifico del documento ma è pronto a consegnarlo alla magistratura di Palermo da cui è già stato interrogato lo scorso 7 novembre. Simanella spiega anche che a queste dichiarazioni di Di Maria, dopo la morte dell’avvocaticchio, “non era stato dato il loro giusto valore, da parte di chi le aveva raccolte, perché a maggio il “circo mediatico” su Giuliano non era ancora scoppiato. Adesso, leggendo i giornali e seguendo in televisione le vicende riguardanti questo caso hanno deciso di affidare a Simanella le estreme dichiarazioni dell”avvocaticchiò che potrebbero, se confermate “riscrivere completamente questa vicenda”.