Durante una visita alla Prefettura di Trapani l’assessore Sparma ha infatti dichiarato l’impegno suo personale e del Governo Siciliano a bloccare le installazioni delle piattaforme petrolifere nel Canale di Sicilia”. “Noi riteniamo che anche le aurorizzazioni già rilasciate possano essere revocate” sottolineando anche che tale provvedimento debba essere adottato in considerazione del fatto che la zona un cui sono previste le trivellazioni sono ad alto rischio sismico.
CAPODICASA. “Il Governo sventi questo assalto al Canale di Sicilia da parte delle compagnie petrolifere”. È quanto chiede l’on. Angelo Capodicasa, deputato del Partito Democratico, che ha presentato un’interpellanza per sapere quali iniziative intenda assumere al fine di scongiurare il proliferare di iniziative di ricerca di giacimenti di petrolio nel Canale di Sicilia.
“Secondo le associazioni ambientaliste – rivela Capodicasa nell’interpellanza - sarebbero oltre cento le autorizzazione per trivellazioni off-shore, richieste o già in vigore, nel mare Mediterraneo, nel tratto prospiciente le coste siciliane”
“Molte di queste autorizzazioni - aggiunge Capodicasa (Pd) - si trovano nelle immediate vicinanze di centri turistici o marinari, come Sciacca o Licata, altre nelle vicinanze di aree marine protette, come Pantelleria, altre ancora in zone ad alto rischio sismico, come quella prevista nei pressi dell’isola Ferdinandea”.
“Il delicato ecosistema del Mediterraneo e le sue caratteristiche di “mare chiuso” rendono le attività di ricerca e di estrazione ad alto rischio: anche un solo incidente di lieve entità sarebbe esiziale per l’ecosistema e per l’economia dei paesi rivieraschi del Mediterraneo”.
“Per questi motivi chiediamo – conclude Capodicasa – che il Governo si attivi, d’intesa con gli organi dell’Unione Europea, per revocare tali autorizzazioni”.