2008 bocciarono l'emendamento «salva-precari». E quanto ha sentenziato il giudice Silvia Artuso, che ha condannato a quattro mesi di carcere (pena sospesa), nonché al pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno e delle spese legali in favore della parte civile, il vice coordinatore cittadino del Pdl Salvatore Daidone, ex articolista in servizio al Comune, attualmente contrattista con mansioni di vigile urbano, e storico rappresentante sindacale dei precari.
Era finito sotto processo con l'accusa di falsità in scrittura privata in concorso. Con Daidone, infatti, era finito alla sbarra anche un altro precario, Vito Angileri, che però è stato assolto. Secondo il capo d'imputazione, i due avrebbero apposto la firma di un'altra ex articolista (Annalisa Giacalone) in calce al documento con cui, nel giugno del 2008, fu chiesta all'ufficio Affissioni del Comune l'autorizzazione per gli 80 manifesti murali stampati per «ringraziare» i consiglieri che bocciarono l'emendamento al bilancio che proponeva lo storno, in favore dei precari, di 329 mila euro. Quando, però, la Giacalone scoprì che sulla richiesta di affissione dei manifesti c'era il suo nome, si rivolse ad un legale, l'avvocato Ignazio Bilardello, e sporse denuncia. Costituendosi parte civile. Nel corso del processo, poi, nonostante la perizia calligrafica, non è stato possibile stabilire chi ha apposto la falsa firma (e per questo il pm aveva chiesto l'assoluzione), ma gli impiegati dell'ufficio affissioni hanno dichiarato che a portare i manifesti fu Daidone. E Vito Angileri, in fase d'indagine, interrogato dalla polizia, aveva dichiarato che era stato proprio Daidone a chiedergli di andare alla posta a pagare il relativo bollettino (124 euro, raccolti con una colletta) e poi consegnare la ricevuta al Comune.
Antonio Pizzo - La Sicilia