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08/03/2011 05:58:34

Villa Royal. Tornano in libertà gli arrestati

Innanzitutto c’è da registrare la presa di posizione dell’avvocato Diego Tranchida, che ha chiesto nel corso della prima delle udienze preliminari al giudice Annalisa Amato che «la Procura indaghi anche sulle eventuali responsabilità dei familiari degli anziani ospitati a Villa Royal per accertare se abbiano concorso nei reati contestati agli imputati».
Indagate ci sono al momento cinque persone, coinvolte nell'indagine condotta dalla finanza sulla gestione della casa di riposo «Villa Royal», che operava «abusivamente» anche come casa di cura. Accusati, a vario titolo, di sequestro di persona, abbandono di incapaci, maltrattamenti, somministrazione di farmaci guasti o non adeguati alle patologie, esercizio abusivo della professione sanitaria e abusivismo edilizio, l'11 ottobre scorso erano stati posti agli arresti domiciliari Baldassare Genna, 50 anni, assistente capo di polizia al Commissariato, la moglie Vita Maria Rallo, di 45 anni, e il fratello Giuseppe Genna, di 51. Furono, invece, denunciati Christian e Danilo Genna, di 22 e 19 anni, figli di Baldassare Genna e Vita Maria Rallo. Danilo Genna è l'amministratore della «Farida», la società che gestiva «Villa Royal», che all'inizio del 2010 da Dammusello traslocò in una villa in contrada Cardilla, dove il 23 febbraio 2010 fecero irruzione le Fiamme Gialle, trovando 22 anziani in «pessime condizioni igieniche».
A difendere i cinque imputati sono gli avvocati Diego Tranchida, Edoardo Alagna, Luigi Pipitone e Gaspare Stabile.
Intanto, hanno chiesto di costituirsi parte civile l'Asp e alcuni familiari degli anziani. La difesa, opponendosi, ha poi invocato anche la revoca delle misure cautelari per «cessate esigenze». E il pm Brandini ha dato il suo placet.

E le tre persone poste agli arresti domiciliari sono tornate in libertà.. Ai tre imputati, però, il gup Amato ha imposto l'obbligo di dimora nel Comune di residenza (Marsala).
Su tutte le altre richieste il gup Amato si pronuncerà il 5 aprile. Intanto, l'avv. Tranchida evidenzia che «alla luce delle indagini ormai concluse appare assai ingeneroso ed esagerato parlare di casa alloggio lager».