De Bartoli è deceduto all'ospedale di Messina, dove era ricoverato da qualche settimana.
Scrive Diego Maggio, in una mail inviata alla nostra redazione: E' MORTO MARCO DE BARTOLI. PIANGO LA PERDITA DI UN GRANDE AMICO. SENZA DI LUI, LA SICILIA DEL VINO NON SARA' PIU' LA STESSA.
Questo invece il profilo biografico tratto dal sito della sua cantina:
Negli anni settanta subentrò alla madre Josephine nel Baglio Samperi. Nella tenuta si era coltivata uva da Marsala per due secoli, ma Marco, con una laurea in agronomia e un ammirevole curriculum come pilota di auto da corsa, non intendeva trascinarsi con un’industria in declino. Trasformò rustici cotti dal sole in cantine, dove perseguì la sua personale visione del Marsala, decorando gli spazi disponibili con una collezione di auto d’annata.
Miscelò con tale abilità nuove annate alle vecchie, nel processo perenne detto soleras, che il suo Vecchio Samperi di 20 e 30 anni fu riconosciuto come il non plus ultra dei Marsala. Marco però evitò deliberatamente la denominazione, per i suoi blend speciali, mentre scorazzava in giro per l’Italia su auto sportive rimesse a nuovo, fidando sulla sua parlantina e sul suo ironico senso dell’umorismo per vendere vini che erano decisamente fuori moda.
Il blend Vecchio Samperi potrebbe qualificarsi come Marsala Vergine Stravecchio DOC, che può essere fortificato con alcol di vino, Marco però lo mantiene veramente vergine, anche se i livelli naturali di alcol sono così alti che i vini devono essere etichettati come “liquorosi”.
Da 25 ettari di viti, Marco e i suoi figli, producono circa 100.000 bottiglie all’anno, comprendenti il Marsala Superiore DOC Riserva e il dolce Vigna La Miccia, oltre che il dolce Inzolia di Samperi, non classificato. Marco produce anche il Bukkuram, un Moscato di Pantelleria Passito che ha contribuito assai alla nuova ascesa di quel vino dolce. Marco fu per un certo tempo presidente dell’Istituto Regionale del Vino e della Vite, ruolo che lo costrinse al difficile compito di provare a essere convenzionale e diplomatico. Non vi riuscì sempre, il che spiega perché fu intentata contro di lui un’ambigua azione legale che bloccò parte della sua produzione per anni, sino a che, recentemente, non fu assolto da ogni accusa.
Scrive Giuseppe Titone:
Gentile Direttore, ormai da più di 40 anni vivo ad Alessandria, ma, di tanto in tanto, mi piace dare un'occhiata al vostro sito. Purtroppo oggi apprendo della perdita di Marco De Bartoli e di Marco serbo un bel ricordo. Seguivo negli anni sessanta le sue imprese sportive in auto e, da appassionato di corse automobilistiche, mi complimentavo con lui quando lo incontravo per strada. Fu un'assolata domenica pomeriggio di un anno che, se lo indicassi magari potrei sbagliarmi, che incontrai Marco in via Roma. Era sulla sua bella Fulvia coupè HF verde inglese, preparata per correre. Mi fermai ad ammirarla e lui, sapendo della mia passione per le corse, mi invitò a "farci un giro"! (guidando lui, ovviamente, chè io ero ancora spatentato). Marco fece un giro per tutto il lungomare e, in qualche tratto, aprì il gas facendomi accapponare la pelle! Nello stesso tempo mi spiegava la tecnica di guida della Fulvia che era una delle prime trazioni anteriore. Poi, finito il giro, mi salutò col suo sorriso di bravo ragazzo. Io non stavo più nella pelle e non perdevo occasione per raccontare la mia esperienza su un'auto da corsa agli amici. Ecco, questo è il ricordo che ho di Marco. Apprendere della sua scomparsa mi ha rattristato e mi ha fatto riaffiorare quei bei momenti. Mi unisco al dolore dei familiari e la ringrazio per l'ospitalità.
Gentile Direttore, ormai da più di 40 anni vivo ad Alessandria, ma, di tanto in tanto, mi piace dare un'occhiata al vostro sito. Purtroppo oggi apprendo della perdita di Marco De Bartoli e di Marco serbo un bel ricordo. Seguivo negli anni sessanta le sue imprese sportive in auto e, da appassionato di corse automobilistiche, mi complimentavo con lui quando lo incontravo per strada. Fu un'assolata domenica pomeriggio di un anno che, se lo indicassi magari potrei sbagliarmi, che incontrai Marco in via Roma. Era sulla sua bella Fulvia coupè HF verde inglese, preparata per correre. Mi fermai ad ammirarla e lui, sapendo della mia passione per le corse, mi invitò a "farci un giro"! (guidando lui, ovviamente, chè io ero ancora spatentato). Marco fece un giro per tutto il lungomare e, in qualche tratto, aprì il gas facendomi accapponare la pelle! Nello stesso tempo mi spiegava la tecnica di guida della Fulvia che era una delle prime trazioni anteriore. Poi, finito il giro, mi salutò col suo sorriso di bravo ragazzo. Io non stavo più nella pelle e non perdevo occasione per raccontare la mia esperienza su un'auto da corsa agli amici. Ecco, questo è il ricordo che ho di Marco. Apprendere della sua scomparsa mi ha rattristato e mi ha fatto riaffiorare quei bei momenti. Mi unisco al dolore dei familiari e la ringrazio per l'ospitalità.
Giuseppe TITONE