L'impegno di cinque unità della marina militare per garantire il blocco navale e l'embargo contro la Libia. La pronta disponibilità a utilizzare i Tornado IT–ECR: cacciabombardieri, oggi nella base di Piacenza, in grado di neutralizzare le difese antiaeree nemiche.
È questo, in sostanza, il pacchetto che il ministro della Difesa, Ignazio La Russa porterà al summit di Parigi, in calendario oggi. Con una proposta centrale: spostare da Stoccarda a Napoli Capodichino l'attuale sede di coordinamento Nato per l'impegno deciso contro Gheddafi. È i invece del tutto escluso, per ora, l'impiego di truppe di terra italiane. L'Esercito, insomma, rimane fuori. Ma è immaginabile, in una fase successiva, che gli stessi soldati italiani possano far parte di una missione di peace-ke e iping sotto l'egida dell'Onu. Lo scenario militare italiano di fronte alla Libia è ormai cambiato. Non più difensivo ma offensivo, nel quadro dell'organizzazione delle Nazioni unite. Già il 9 marzo, alla riunione del Consiglio supremo di difesa presieduto dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il ministro La Russa e il capo di Stato maggiore della Difesa, Giorgio Abrate, avevano portato un documento dettagliato di mezzi e impegni con gli alleati inglesi e americani. Gli Usa, in particolare, avevano chiesto l'autorizzazione a utilizzare i velivoli non pilotati Global Hawk: aerei teleguidati, senza pilota, che possono sorvegliare 1 00 imila chilometri quadrati di giorno.
Oggi i nostri Tornado possono rivelarsi decisivi nell'offensiva contro la Libia perch é i sono gli unici, insieme ai tedeschi, ad avere in dotazioni missili antiradar AGM 88 Harm (High-speed Anti Radiation Missile). L'Aeronautica militare schiera poi gli F16 C e gli EFA 2000: già al momento del Consiglio supremo di Difesa erano in allerta tre unità del primo modello e cinque del secondo, ma i numer i i sono ormai cambiati. Sempre al c ionsiglio erano state indicate tutte le unità della Marina militare già in attività: le navi Mimbelli, San Giorgio, San Marco, Fenice, Bettica, Garibaldi e i sommergibili Gazzana e Longobardo. Proprio ieri la portaerei Garibaldi, a bordo i caccia Av8, è salpata da Taranto per dislocarsi in Sicilia, mentre la inave Libra attraccherà oggi in un porto libico con aiuti umanitari. Mobilitato anche il caccia Andrea Doria, che si occuperà della difesa aerea, e due unità che sono attualmente inserite nella Snmg1, la forza marittima della Nato: la fregata Euro e il rifornitore Etna. L'Italia, ha detto La Russa alle commissioni Difesa di Camera e Senato, metterà a disposizioni le basi non più solo per operazioni umanitarie, ma per attività militari vere e proprie, «senza alcun limite restrittivo all'intervento». «Siamo con l'Onu per far rispettare le sue risoluzioni» sottolinea Giuseppe Esposito (Pdl). Ma Massimo D'Alema (Pd) avverte: «Serve un sistema di protezione, siamo a rischio di ritorsioni».