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30/03/2011 14:20:26

Tribunale di Marsala fa rimborsare di 35 mila euro un correntista e va contro il mille proroghe sull'anatocismo.

Il correntista di Marsala ha ottenuto il rimborso di € 35.000,00 e quello di Ivrea di € 15.000,00 e, al di là degli importi, quello che più conta è che trasversalmente lungo il territorio nazionale si va quotidianamente rafforzando un orientamento favorevole.

La legge inserita nel mille proroghe ha suscitato il comprensibile sdegno di migliaia di correntisti con azioni giudiziarie in corso nei tribunali di tutta Italia; la legge infatti stravolge arbitrariamente i termini  di prescrizione e prevede che “nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente, l’art. 2935 del Codice Civile (che determina la decorrenza della prescrizione del diritto ad agire) si interpreta nel senso che la prescrizione relativa ai diritti nascenti dalla annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno della annotazione stessa.”.

Con queste due righe, apparentemente innocue ma decisive per tutte le cause attive e per tutti coloro che ancora potrebbero far valere le richieste di rimborso, si specifica che sarebbe prescritto il diritto al rimborso per tutte le somme “annotate” negli estratti conto antecedenti al 2001, corrispondenti - guarda caso - proprio al momento in cui la capitalizzazione degli interessi è tornata ad essere legale grazie ad una precedente e assai discussa legge “salva banche”. In tal modo la quasi totalità delle somme richieste e richiedibili a rimborso verrebbe spazzata via con un deciso “colpo di spugna”.

Ma i Tribunali non sembrano d’accordo e continuano a seguire le indicazioni offerte non più di tre mesi fa dalle Sezioni Unite della Cassazione, secondo cui la prescrizione, ossia il decennio entro il quale tutti i correntisti possono richiedere i rimborsi per gli addebiti operati in tutto il periodo del rapporto, inizia a decorrere dalla chiusura del conto.

 

“Solo cinque giorni dopo la approvazione del “milleproroghe”, il Tribunale di Treviso, con una prima importante sentenza, ha ritenuto la legge non applicabile alle azioni di ripetizione di indebito, condannando una banca a rimborsare ad una società € 45.000,00” - afferma l’avvocato Franco Fabiani di Como - “e successivamente altri due clienti, con le sentenze del Tribunale di Marsala e del Tribunale di Ivrea si sono visti confermare le rispettive domande. È molto importante sottolineare” -continua l’avv. Fabiani- “ che a fronte di tali decisioni, tutte conformi nell’accogliere le ragioni di inapplicabilità della legge - e che persino superano le pur rilevanti questioni di incostituzionalità  già recepite da un Giudice del Tribunale di Benevento che ha rinviato d’ufficio la legge alla Corte Costituzionale - nessuna sentenza si è pronunciata nel senso contrario accogliendo i termini di prescrizione così come indicata dalla nuova legge.”.

Il braccio di ferro tra correntisti e banche procede serrato, e sembra proprio che questa volta le banche non verranno salvate dalla ennesima “leggina” fatta apposta per loro. Con ogni probabilità la criticata legge verrà spazzata via dalla Corte Costituzionale; nel frattempo i correntisti possono continuare a far valere le loro legittime ragioni.