in alcune zone del centro storico di Marsala. Non più di tre giorni addietro avevo evidenziato il rischio di un inquinamento delle acque attraverso una apposita interrogazione nella quale, appunto, chiedevo all’Amministrazione Comunale notizie sulle condizioni della rete idrica comunale. Era infatti fin troppo evidente che ci fossero dei problemi legati anche al cattivo odore della stessa acqua nelle zone oggetto oggi dell’ordinanza di divieto. In quella stessa interrogazione sollecitavo l’effettuazione delle analisi delle acque al fine di rendere successivamente noto l’esito delle stesse per fugare ogni ragionevole dubbio; oggi, mio malgrado, si conferma il mio timore e cioè che non è possibile utilizzare l’acqua nemmeno per fini culinari.Mi auguro che giunga presto una risposta al mio interrogativo in ordine all’intendimento di questa Amministrazione per ciò che concerne la verifica dello stato della rete idrica comunale da considerare come priorità assoluta rispetto ad altre opere che ci si sforza di portare avanti tra mille contestazioni e che non soddisfano bisogni primari dei cittadini".
14,40 - Come volevasi dimostrare, è stato vietato l’uso potabile ed igienico-sanitario dell’acqua, proveniente dalla rete idrica comunale, in alcune zone del centro storico di Marsala. Il divieto riguarda i cittadini residenti nelle seguenti vie: Frisella, Fici, San Michele e Calogero Isgrò. Recentemente, il Servizio idrico comunale – a seguito della presenza di cattivi odori nell’acqua, segnalati anche dall’utenza – aveva provveduto ad effettuare una accurata verifica, ritenendo che la causa fosse imputabile ad infiltrazioni nocive nella condotta idrica. Nei giorni scorsi, però, vista la riproposizione del problema nelle suddette vie, sono stati effettuati dei prelievi a campione il cui esito – stamani – è stato tempestivamente reso noto al Comune. Il laboratorio C.A.D.A. di Menfi ha così comunicato la “presenza di sostanze inquinanti nelle acque della rete idrica”, per cui si è reso necessario vietare l’uso dell’acqua ai cittadini con domicilio in quelle strade del centro storico: via Frisella, Fici, San Michele e Calogero Isgrò. La popolazione residente in quelle vie sarà approvvigionata con acqua potabile a mezzo di autobotti comunali, direttamente trasportata al domicilio dell’utente.
9,00 - Da anni sappiamo che Marsala ha una rete idrica fatiscente, spesso con semplici rotture e sospensioni del servizio idrico ma troppo spesso, soprattutto nella zona del centro storico e limitrofa, con infiltrazioni di liquami provenienti dalle fogne. Uno dei casi più eclatanti si è verificato in via Armando Diaz e in Via XIX Luglio poco più di un anno fa, quando i cittadini per settimane si lavavano con una miscela di acqua putrida e si accorsero dell’acqua miscelata a liquami di fogna, solo quando quest’ultima iniziò a puzzare e ad essere visibilmente giallo-pipì. Qualcuno pensa che queste cose possono succedere ma solo agli altri cittadini, invece, se facessimo analizzare l’acqua che fuoriesce dai nostri rubinetti ci convinceremmo che non è proprio così. La grave crisi economica che attraversa il nostro territorio, e non solo, spinge molte famiglie povere a fare uso dell’acqua di rubinetto non solo per farsi la doccia o il bagno ma anche per cucinare e sempre più spesso per bere.
Di questa vicenda si è interessato il consigliere Patrik Basile: "Ho sottoposto all’amministrazione Carini l’istallazione in più punti della città di depuratori a osmosi inversa per permettere alle famiglie, meno abbienti e non, di rifornirsi di acqua potabile, controllata e garantita, con prezzi irrisori se non addirittura gratis, come si usa nei paesi civili. La proposta è stata presentata con il coinvolgimento dell’assessore Salvatore Rubbino, pensando che quest’ultimo nell’amministrazione contasse qualcosa politicamente e si impegnasse, non solo con la faccia, ma anche con la firma a portare avanti un progetto degno di una città come Marsala. A distanza di mesi scopro che al dirigente dell’acquedotto non è fregato un TUBO e che l’assessore non aveva tempo per la causa perché impegnato nei problemi di maggioranza e minoranza. Ultima spiaggia, chiedere alla commissione lavori pubblici di valutare la proposta di realizzare un progetto pilota, motivando la possibilità di aiutare economicamente qualche famiglia e di garantire un’acqua pulita e sana per tutti. Grazie al presidente di commissione e qualche altro consigliere attento, si è iniziato il farraginoso iter per appurare la fattibilità e la bontà del progetto. La commissione ha invitato più volte il dirigente dell’acquedotto che, impegnato com’è a fare tanti tubi, ha rinviato l’incontro di settimana in settimana". Finalmente la commissione è riuscita ad incontrare il responsabile del servizio acquedotto a Marsala, che ha mostrato delle perplessità. Inoltre ha dichiarato che l’acqua di Marsala è buona e potabile e rispecchia in pieno i valori dettati dalle direttive. Ma qui viene il bello. Racconta Basile: "Sicuro, come San Tommaso, ho chiesto di avere copia delle analisi delle acque che vengono prelevate dai pozzi marsalesi e immesse nella rete idrica. La letterale risposta del dirigente è stata “Le farò avere tra sette giorni direttamente in commissione ma la commissione deve produrre un’istanza per iscritto a me indirizzata”. Stupito da tanta celerità e della così poca burocrazia interna, ho immediatamente messo nero su bianco, e fatta firmare l’istanza al presidente di commissione l’ho inviata al protocollo per la lavorazione di rito. Trascorsi invano 30 giorni abbiamo prodotto una diffida contestuale all’intimazione di produzione dei documenti". Passano i giorni e le analisi sulle acque non arrivano. Racconta Basile. "Ho chiesto per l’ennesima volta la copia dell’analisi dell’acqua, pseudo potabile, che viene immessa nella rete idrica marsalese. Il dirigente ha risposto dicendo che non dobbiamo scherzare sulle cose serie e che può fare avere copia delle analisi se non dopo l’autorizzazione del Signor Sindaco Avvocato Lorenzo Carini...." Ne è nata un'accesa discussione. Racconta Basile: "Ho ribadito la mia richiesta dicendo che le analisi dell’acqua prelevata dai pozzi pubblici è stata pagata con soldi pubblici e che viene immessa in una rete idrica pubblica. Pertanto ho chiesto dove fosse il segreto..."
Perché il dirigente dell’acquedotto non rilascia le copie delle analisi dell’acqua? Forse i valori sono fuori norma?
Ricordiamo che il cloro elimina solo batteri e virus. I nitrati, i pesticidi, il vanadio, il cadmio, l’arsenico, ecc non si possono eliminare se non con un trattamento di potabilizzazione dell’acqua. La presenza di questi elementi nell’acqua da bere, già a partire dal medio termine di somministrazione, è causa di effetti neurotossici, disturbi gastrointestinali, nefropatia, severi danni al sistema cardiovascolare, epatopatia, cancro alla pelle-polmoni-vescica, gravi malattie per lattanti e bambini.
Infine, ai sensi dell’art. 10 comma 1 del decreto legislativo 31/2001 “…nel caso in cui le acque destinate a consumo non corrispondano ai valori di parametro fissati a norma dell’allegato 1, l’azienda unità sanitaria locale interessata comunica al gestore l’avvenuto superamento e, effettuate le valutazioni del caso, propone al sindaco l’adozione degli eventuali provvedimenti cautelativi a tutela della salute pubblica, tenuto conto dell’entità del superamento del valore di parametro pertinente e dei potenziali rischi per la salute umana nonché dei rischi che potrebbero derivare da un interruzione dell’approviggionamento o da una limitazione di uso delle acque erogate… Le deroghe devono essere rese note alla popolazione”.