L’esperienza che avete vissuto con il naufragio del barcone che trasportava 191 immigrati provenienti da diversi paesi subsahariani, le drammatiche circostanze del loro salvataggio (tre di essi purtroppo sono deceduti), i soccorsi prestati immediatamente e dopo si inscrivono sicuramente tra le pagine più belle della vostra storia. Avete risposto a una sola voce, la voce del cuore accogliente e solidale, offrendo a tutti un abbraccio che li ha certamente ripagato delle violenze e dei maltrattamenti subìti.
Ho potuto constatare che nessuno si è tirato indietro, seguendo l’esempio dato dalle forze dell’ordine e da quanti hanno offerto concretamente il loro apporto per venire incontro alle necessità dei nuovi arrivati, privi di tutto.
Il vostro operato dimostra, a chi ne avesse bisogno, che se si incontra lo sguardo e il volto di chi soffre non ci si può girare da un’altra parte, facendo finta di non vedere, né si possono alzare muri, respingendo indietro come indesiderabili quanti anelano a dare dignità alla propria vita nel rispetto dei propri diritti fondamentali. E non è necessario essere cristiani per comportarsi così.
Credo che in questo contesto la vostra Pasqua quest’anno sarà molto diversa dal solito perché sarà esperienza di condivisione del dolore di quanti si sono fatti vostro prossimo, volto umano del Cristo sofferente, e quindi sarà partecipazione consapevole della gioia liberante della sua risurrezione, l’unica gioia che riempie veramente il cuore e dà speranza.
Come vostro Vescovo, perciò, vi dico che sono veramente orgoglioso di voi perché avete mostrato a tutti una pietà e una carità esemplari.
Con l’occasione vi annuncio che ho quasi mantenuto l’impegno assunto nei mesi scorsi circa l’apertura a Pasqua della nuova chiesa madre. Mancano ancora solo pochi dettagli al completamento delle opere interne, ma i sagrati sono ormai ultimati. Perciò, d’accordo con gli architetti, le maestranze e il sindaco, si è deciso di inaugurare questi spazi domenica 1° maggio alle ore 19.00 e di celebrare all’aperto, subito dopo, la santa messa, anche per ringraziare il Signore per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Speriamo di poter aprire la chiesa nel giro di qualche settimana ancora, concludendo un percorso lungo e difficile, e ridare così a Pantelleria un luogo sacro nel quale consolidare la propria identità ecclesiale in modo che la chiesa fatta da mani d’uomo sia segno e immagine della chiesa fatta di pietre vive.
In attesa di incontrarvi tutti domenica 1° maggio, vi auguro una Pasqua serena e gioiosa insieme ai nostri fratelli immigrati, vostri graditi ospiti, e di cuore vi abbraccio e benedico.
Domenico Mogavero
Vescovo