La CGIL traccia un bilancio impietoso sugli effetti della nuova finanziaria nazionale per la Sicilia. Il segretario regionale Alfio Mannino denuncia una perdita di 2,6 miliardi di euro, una cifra che peserà gravemente sul tessuto economico e sociale dell’isola. Tra i principali nodi critici individuati ci sono i tagli al superbonus, alle università e agli incentivi per le imprese che assumono. Una situazione aggravata da una manovra regionale che, secondo il sindacato, non investe nello sviluppo, nel sociale o nella tutela dei lavoratori.
A ciò si aggiungono le difficoltà nell’utilizzo dei fondi strutturali e del PNRR. La CGIL ha presentato un report che fotografa una realtà stagnante: la Sicilia ha già perso 340 milioni di euro della precedente programmazione del Fondo sviluppo e coesione e, per il periodo 2021-2027, ha impegnato appena il 23% delle risorse disponibili.
Preoccupa anche la gestione dei fondi PNRR. Gli ultimi dati disponibili, aggiornati a luglio, mostrano un grave ritardo nelle misure per la medicina territoriale. “Ad oggi, solo 3 tra case e ospedali di comunità sono stati realizzati”, evidenzia Francesco Lucchesi della segreteria regionale della CGIL.
Il sindacato sottolinea la necessità di una sterzata decisa nella gestione dei fondi e di politiche che mettano al centro lavoro, servizi pubblici e sviluppo per evitare che l’isola resti indietro rispetto al resto del Paese.