E chi ama la Repubblica non può stare a guardare senza fare nulla". Lo scrive in merito all'arresto di Massimo Ciancimino Giuliano Ferrara in un editoriale di prima pagina sul 'Giornale'.
"Il dottor Ingroia - scrive Ferarra sotto il titolo 'I complici del grande imbroglio' - è arrivato alla delicatezza letteraria di scrivere la prefazione al libro di calunnie del figlio di don Vito. Se una perizia non avesse svelato il carattere truffaldino di questa testimonianza, chissà dove sarebbe arrivato il terzetto Ciancimino- Ingroia-Santoro".
"Quando un magistrato avalla una cospirazione calunniosa contro i capi del governo, i parlamentari, i generali dei carabinieri, i capi dei servizi segreti, i vicepresidenti del Csm, che cosa si deve fare? Starsene a braccia conserte? Godersi lo spettacolo voluttuoso della calunnia di Stato e aspettare che chi l'ha consentita faccia giustizia? Che cosa aspettiamo - conclude il 'Giornale' - a tirare fuori l'articolo 289 del codice penale, 'attentato a organi costituzionali', che punisce con dieci anni di galera chi cospira contro lo Stato?".