Abbiamo le carte in regola e siamo pronti a rispondere in tutte le sedi istituzionali delle nostre azioni". Risponde così il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, all'ipotesi di una commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione dei pentiti avanzata dal pdl , dopo le polemiche sollevare dal "caso Ciancimino ". Il figlio dell'ex sindaco di Palermo arrestato per calunnia aggravata all'ex capo della polizia Gianni De Gennaro .
Sul fronte processuale Ciancimino sarà sentito il 10 maggio a Palermo al processo al generale Mario Mori per favoreggiamento alla mafia. Respinta la richiesta dei pm Nino Di Matteo e Antonio Ingroia che avrebbero voluto sentirlo dopo i pentiti Giovanni Brusca e Angelo Siino che deporranno nell'aula bunker del carcere Rebibbia di Roma il 18 e 19 maggio.
Il Tribunale ha ritenuto necessario seguire "l'ordine delle deposizioni", che era già fissato, "per mantenere la genuinità dell'audizione di Ciancimino".
Di Matteo aveva spiegato la richiesta di differimento "perchè dobbiamo ancora ricevere e depositare gli atti del gip di Parma", che per il superteste dell'indagine sulla trattativa ha disposto la custodia cautelare in carcere, con l'accusa di calunnia aggravata nei confronti del capo della polizia Gianni De Gennaro. I pm hanno preannunciato anche di avere molto materiale da depositare agli atti "e serve tempo anche per concludere gli accertamenti in corso. Non vogliamo correre il rischio processuale di sentirlo poi per la terza volta". Ma il tribunale è stato di diverso avviso.
Messineo smentisce anche eventuali scorrettezze dei magistrati palermitani nei confronti di quelli nisseni per la disposizione del fermo di Ciancimino per calunnia aggravata a Gianni De Gennaro, ex capo della polizia: "Ritengo che la Procura di Palermo si sia sempre comportata secondo il principio fondamentale di lealtà e collaborazione tra gli uffici. Ci sono stati scambi di documenti e numerosi confronti con Caltanissetta. Non c'è mai stato nessun episodio di slealtà".