Dopo l’approvazione a febbraio del progetto per la demolizione di 22 case abusive costruite entro il limite dei 150 metri dalla battigia e l’emanazione del relativo bando di gara, infatti, si sono aperte le buste della gara d’appalto e il 10 maggio l’esito è stato approvato definitivamente dagli ingegneri del settore Territorio e Ambiente.
La somma da cui partiva la gara era di 108.075,48 euro e ad aggiudicarsi i lavori, tra le 61 ditte partecipanti, è stata la SicilCostruzioni di Alcamo. La cosa strana è che la ditta di Alcamo non ha effettuato alcun ribasso, infatti l’”importo complessivo di aggiudicazione” è rimasto invariato rispetto a quello a base d’asta (108.075,48 euro). Tutto ciò nonostante abbiano partecipato altre 60 ditte e la determina del 10 maggio dice che tutto si è svolto regolarmente. Sembra, comunque, che il contratto non sia stato ancora firmato.
Le 22 case da abbattere sono solo la prima tranche di una lista, redatta dall’Ufficio abusivismo del settore Territorio e Ambiente, che comprende 509 immobili non soggetti a sanatoria e suddivisi per tipo di abuso. Cioè sono quelle case costruite dopo l’entrata in vigore della legge regionale del 1976 che sanciva l’inedificabilità entro il limite di 150 metri dal mare.
La maggior parte dei 22 immobili di questo primo gruppo di demolizioni si concentrano nel versante nord di Marsala: la parte che costeggia le saline.
L’iter è stato lunghissimo, con pratiche sepolte dagli anni Novanta e riesumate a via di sentenze.
Da quando, nel 2009, sono state individuate le 22 abitazioni abusive, il Consiglio doveva decidere se le abitazioni potessero essere usate per usi collettivi ma a Sala delle Lapidi la questione è stata più volte rimandata, con rimbalzi di responsabilità tra Consiglio e Amministrazione . Poi, ad aprile 2010, arriva il parere dell’Assessorato Regionale Territorio Ambiente a mettere fine alle discussioni: “l’interesse pubblico a tutela della fascia di rispetto (150 metri dalla battigia) prevale su qualsiasi altro interesse volto al mantenimento dell’opera abusiva, acquisita al patrimonio comunale”. A dicembre arriva la valutazione tecnica - economica con cui si stabilisce la somma da impegnare per le demolizioni - 190.000 euro di cui 108.075,48 per lavori a base d’asta e 81.824,52 per spese amministrative- e a febbraio l’approvazione di progetto e bando. In particolare, secondo quanto prevede il C.s.a., i lavori appaltati sono volti a “ripristinare lo stato preesistente alla realizzazione dei corpi di fabbrica abusivi ed acquisiti al patrimonio Comunale”. Nello specifico è prevista la demolizione, il trasporto a pubblica discarica del materiale proveniente dalle demolizioni, la fornitura e lo spandimento di terreno vegetale per sistemare e livellare le aree residue.
L’abusivismo costiero a Marsala ha prodotto nel corso degli anni dei danni rilevanti dal punto di vista dell’immagine, del paesaggio e anche economici, come nel resto della regione e d’Italia. Secondo Legambiente infatti negli ultimi 25 anni i casi di abusivismo edilizio, tra nuove costruzioni e ampliamenti non autorizzati di immobili sono circa un milione. Nel 2009 la Sicilia ha avuto la maglia nera in tema di abusivismo costiero con 749 infrazioni accertate. Per l’associazione ambientalista davanti al fenomeno dell’abusivismo edilizio “l’unica risposta seria dello Stato per riaffermare la propria signoria sul territorio sarebbe quella di procedere in termini rapidi alle demolizione dei manufatti costruiti illegalmente, frutto di un sopruso patito dall’intera collettività, in termini economici, ambientali, di giustizia.”
Adesso l’iter per le demolizioni a Marsala sembra andare spedito, anche se il tema, per i precedenti, porta sempre con sé tanto scetticismo sull'arrivo all'abbattimento. Staremo a vedere. Le case abusive muovono tanti interessi soprattutto politici e, come stiamo vedendo in questi giorni, in tempi di campagna elettorale le promesse e le speranze per gli abusivi sono tantissime. E per la prossima primavera, a Marsala, si prevede una campagna elettorale abbastanza infuocata.
Francesco Appari