A farne le spese è la polizia municipale della Sicilia, alla quale il traballante Governo Lombardo ha pensato di tagliare il fondo per il miglioramento e l'efficienza dei servizi, istituito con la legge regionale n.17 del 1990 e nel quale, con l'art.13, viene riversato annualmente un contributo finanziario ad integrazione dell'indennità di vigilanza prevista dal contratto nazionale.
Di norma con esso la Regione Siciliana ha inteso ristorare l'impegno professionale, che la polizia municipale profonde quotidianamente con la propria attività nella tutela della sicurezza urbana e metropolitana.
"Con la finanziaria regionale di quest'anno il Governo Lombardo ha compiuto un ulteriore attacco alla nostra categoria, sostiene il segretario regionale del SILPoL Francesco Di Vincenzo, già abbondantemente bistrattata sia a causa dell'indolente reticenza politica sul disegno di legge di riforma dell'ordinamento regionale della polizia locale, sia per i continui panegirici sulla problematica irrisolta degli oltre mille lavoratori precari, che prestano servizio in qualità di operatori di p.m. e di ausiliari della sosta".
Secondo il segretario regionale del sindacato di polizia locale, si impone adesso la necessità che la Regione Siciliana ripristini il fondo dell'art.13, per riconsegnare alla categoria il maltolto e per riattribuirle ciò che comunemente è chiamato indennità di pubblica sicurezza.
"Il S.I.L.Po.L., continua Di Vincenzo, fa appello alla coscienza professionale della categoria, affinchè ci sia una costante attenzione sulla questione, allertando tutti per la mobilitazione di piazza davanti al Parlamento Siciliano, se sarà necessario".
Recentemente il governo regionale ha anche emanato una circolare interdipartimentale con cui ha inteso dare qualche chiarimento in merito al processo di stabilizzazione dei 22.500 precari degli enti locali, avviato con la legge 24/2010, in relazione a quanti sono rimasti esclusi dalle assunzioni in ruolo nelle Province e nei Comuni siciliani. Purtroppo la circolare non ha aperto gli spiragli tanto attesi dai lavoratori con contratto a termine, così come alcuni sprovvedutamente avevano pensato, poiché la giurisprudenza di merito ha consegnato, ultimamente, le assunzioni negli enti locali e nei ministeri alle procedure di evidenza pubblica, che tra l'altro trovano fondamento nella recente legislazione sul pubblico impiego.
La questione però fa sentire il suo peso maggiormente nell'ambito della polizia municipale, la quale rischia di essere irrimediabilmente depauperata delle risorse umane necessarie, con una gravissima ricaduta sul piano dell'efficienza e dell'efficacia dei servizi a tutela della sicurezza urbana.
"E' importante che sin da ora, conclude il segretario regionale del SILPoL, si costituisca un fronte comune, d'intesa tra tutte le organizzazioni sindacali di categoria, per l'unità della polizia locale, per la difesa dell'art.13 negato dal Governo Regionale, per la difesa dei livelli occupazionali dei lavoratori precari e per la definizione di una nuova legge regionale di riordino della polizia locale, che abbia riguardo per la sua specificità e per la sua qualificazione professionale, nonché per il suo ruolo di avanguardia nella tutela della sicurezza".