Aveva atteso per due anni e mezzo con una pazienza certosina. In una recente intervista ci aveva confidato di essere stato lasciato “in disparte inspiegabilmente contravvenendo agli accordi stabiliti”. E quando “ non ci pensavo più, se ne sono ricordati e sono stato chiamato a ricoprire l’incarico di assessore con delega alla Istruzione e allo Sviluppo Economico”. Avrebbe dovuto seguire anche, aveva sottolineato, la vicenda del Piano Regolatore, da lunghissimi anni in fase di elaborazione e rielaborazione. Un storia infinita, che sembrava essere arrivata ad una svolta per raggiungere finalmente il capolinea. Permettere cioè l’adozione al Consiglio Comunale. Conditio sine qua non per il decollo del cosiddetto progetto “Case ad 1 Euro”. Fino a questo momento infatti, nonostante il battage mediatico, nessuno delle personalità, più o meno note indicate come acquirenti di una casa (ultimo della serie è stato il ministro Brunetta) ha potuto mettere su un solo mattone per le loro ricostruzioni. Ad esempio nessuno si chiede che fine abbia fatto la famosa casa “donata” alla consorte di Angelo Moratti. E invece, dopo appena qualche settimana e inspiegabilmente, l’assessore Angelo venne esonerato. Forse perché scettico del buon esito dell’operazione? L’incarico Sgarbi invece, forse perché suggerito da consiglieri che preferiscono non esporsi, preferì affidarlo a Tortorici, un assessore “straniero” in odore di nobiltà. Come di sangue blu lo è chi dovrebbe venire a sostituirlo. Così come si legge in un comunicato, integralmente e acriticamente pubblicato dai soliti ( molto meno delle altre volte, in verità) mezzi di disinformazione di massa, si apprende che “Vittorio Sgarbi ha indicato Olivia Salviati quale assessore alla Sanità equa. La nobildonna romana, da anni impegnata nel settore della solidarietà e delle azioni umanitarie, entrerà in giunta in sostituzione dell’ingegnere Salvatore Angelo. La Salviati, che è attualmente all’estero, sarà a Salemi la seconda settimana di agosto per sottoscrivere l’accettazione dell’incarico”. Dopo avere però precisato che le dimissioni dell’ingegnere Salvatore Angelo erano spontanee, per ragioni di opportunità e non certo per le insensate ragioni di alcuni consiglieri, per impedire strumentalizzazioni a una sinistra cui occorre ricordare le tangenti sugli appalti Enac e sul fotovoltaico”. Il tutto, dopo che, appena qualche giorno fa, lo stesso Sgarbi aveva detto che i tre assessori Ilardi, Angelo e Sanci, segnalati a suo tempo da Pino Giammarinaro, come egli stesso del resto aveva ammesso in più di una occasione, restavano al loro posto, riscuotendo la sua fiducia perché si tratta di “assessori da me nominati in piena convinzione e totale autonomia, nel rispetto delle regole democratiche e non potendo accettare la grave e intollerabile ingerenza di un’azione giudiziaria iniziata e ancora lontana da qualunque oggettiva valutazione dei fatti”. Contraddicendo però clamorosamente se stesso. Quando ai primi di giugno aveva enfaticamente fatto sapere:”Per il mio progetto politico, annuncio che entro l'estate farò una NUOVA GIUNTA!”. Ora invece piombano come un macigno queste dimissioni improvvise quanto inaspettate di Salvatore Angelo. Non sappiamo se dare loro una motivazione politica o affidarsi alla maliziosa interpretazione che un consigliere comunale ci ha sussurrato stamane. Una cosa è certa. Queste dimissioni sono le ultime di una lunga serie. Le prime quelle del vicesindaco Nino Scalisi, alter ego politico locale di Giammarinaro che, come si ricorderà, sbattè la porta in faccia a Sgarbi dopo solo pochissimi mesi. A cui seguì la fuga “terrorizzata” di Oliviero Toscani. L’abbandono del fotografo, dato il personaggio, ebbero maggiore risonanza anche per le conseguenze che ne sarebbero in parte scaturite. Il cui riverbero si sono riflesse nell’indagine “Salus Iniqua”. Ora la spugna l’ha gettata l’ingegnere. In quell’intervista di pochi mesi fa a Salvatore Angelo chiedevamo il pezzo ironicamente. Una delle deleghe ricevute allora dal sindaco era stata quella del Tempo Libero. Azzardavamo un triste presagio. Non vorremmo avere azzeccato.
Franco Lo Re