che ha però suddiviso in due tempi. Per prima cosa ha scritto una lettera agli undici consiglieri Giusy Asaro (presidente del consiglio), Leonardo Bascone, Melchiorre Angelo, Giuseppe Ferro, Leonardo La Grassa, Giuseppe Greco, Salvino Verde, Francesco Lo Fria, Giuseppe Fileccia, fabrizio Gucciardi e Giuseppe Rubino. Insomma quelli che, secondo il rapporto di polizia, risulterebbero essere stati eletti per volontà di Giuseppe Giammarinaro. Ha chiesto loro di dimettersi “ove essi non si ritengano palesemente diffamati e minacciati nella loro dignità democratica e non decidano di intentare nei confronti del questore una denuncia per diffamazione”. Le motivazioni sarebbero da ascriversi al fatto che l’indagine giudiziaria “Salus Iniqua” sarebbero ritenuti complici di Giammarinaro nel tentativo di condizionare con metodi mafiosi l’attività amministrativa del Comune. Richiesta che per il momento è stata rispedita al mittente dalla sola presidentessa del Consiglio Asaro, da tempo dichiaratasi “amica” dell’on Paolo Ruggirello. “ Non ci troviamo sul set di una trasmissione televisiva” - ha con fierezza replicato- non mi sembra il caso di irridere alle Istituzioni, che sono invece da rispettare. Perché il sindaco non si occupa dei problemi della citta invece di pensare a questioni che sono di competenza della magistratura?”. Il secondo tempo si apre con mega manifesto campeggiante la Piazza principale della città, irriverentemente affisso proprio davanti alla statua del patrono san Nicola. "Ma quale mafia! Cittadini, ribellatevi" urla la frase che vi appare stampigliata in caratteri cubitali. Sembra un ritorno indietro nel tempo. Non nel periodo nefasto dei famigerati sindaci democristiani che negavano l’esistenza della Mafia, che quelli non osavano incitare alla ribellione! Ma alla fine del ‘700 quando le plebi delle regioni meridionali italiane furono protagoniste del cosiddetto ribellismo sanfedista, combattendo a favore di nobili e alto clero: le classi dominanti del tempo che temevano la rivoluzione alle porte. Ma oggi questi cittadini dovrebbero ribellarsi “contro le ricostruzioni giudicate, dal sindaco Vittorio Sgarbi fantasiose, suggestive, contenute in alcuni rapporti di polizia giudiziaria dell'indagine Salus Iniqua relativi ai presunti tentativi di condizionamento dell'attività amministrativa da parte dell'ex deputato della Dc, Giuseppe Giammarinaro". Si promettono altri manifesti nelle prossime ore e saranno collocati in diversi punti della città, ma non crediamo che questa volta l’appello verrà accolto. Anche le plebi di oggi si sono “imborghesite”, preferendo caso mai dare il sostegno “democraticamente” con la scheda elettorale. Infine ha inviato una lettera al ministro Roberto Maroni e l’altra al capo della Procura di Marsala, Alberto Di Pisa. Intanto nel corso del consiglio comunale di giovedì il Pd ha espresso la totale contrarietà al manifesto e a “qualunque ipotesi di azione giudiziaria del comune contro le forze dell'ordine”. Non solo. Il suo capogruppo Domenico Venuti ci ha comunicato di avere presentato un'interrogazione per “conoscere se del tabellone in piazza Libertà esiste una autorizzazione per l'istallazione, se è a norma e se può essere usato da chiunque ne faccia richiesta.” Dell'eventuale autorizzazione ne è stata richiesta una copia.
Franco Lo Re