Secondo Lombardo, quello lanciato ieri al Meeting dal capo dello Stato “é un monito a lavorare nell’interesse del Paese, superando le divisioni tra maggioranza e opposizioni, tra partiti e interessi di parte. Un monito che va raccolto e fatto fruttare”.
Lombardo ribadisce poi il suo “No” a nuove province in Sicilia. “Sulle province – ha detto a margine del Meeting di Cl – noi vogliamo attuare la previsione statutaria che è rimasta sulla carta per 65 anni: ed è quella dell’articolo 5 che parla di ‘liberi consorzi dei comuni’ sulla base di omogeneità territoriale che invece non si riscontra nelle province, che invece sono tanto ampie da non essere omogenee”.
Quanto al rischio di doppioni o di aumento dei costi della politica, il governatore siciliano ha spiegato: “Il presidente e la giunta esecutiva dovranno essere eletti con elezione di secondo grado da parte dei consiglieri comunali e non dovranno percepire nessuna indennità”. Questa articolazione “risponderebbe meglio al territorio e potrebbe essere destinataria di molti poteri che oggi detiene una regione elefantiaca”.