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25/11/2011 05:47:25

Processo Golem 2. I giudici decidono: ammesse le intercettazioni

Si tiene oggi la quinta udienza del processo a carico del boss latitante Matteo Messina Denaro e 13 suoi presunti fiancheggiatori, scaturito dall’operazione Golem 2.Udienza fondamentale, perché al Tribunale di Marsala i giudici decideranno se accogliere o meno la richiesta della difesa di eliminare dal dibattimento tutte o alcune trascrizioni delle intercettazioni. Intercettazioni che sono state indispensabili per la riuscita dell’operazione e che se rigettate farebbero crollare l’impianto accusatorio dei Pm Paolo Guido e Marzia Sabella.
Per la difesa le intercettazioni “non possono essere trascritte perché effettuate in epoca antecedente o successiva all’iscrizione sul registro degli indagati della persona posta sotto controllo”. Per l’accusa, invece, l’eccezione è infondata: “l’intercettazione non è strettamente riferita all’iscrizione sul registro degli indagati, si pensi a quelle effettuate nella ricerca dei latitanti, la Cassazione le ha già ritenute utilizzabili”. Il Pm Guido ha quindi sostenuto di trascriverle escludendo quelle che “presentano vizi patologici di inutilizzabilità, poi sarà il Tribunale a decidere quali ammettere. In ogni caso il Tribunale di Trapani ha già rigettato l’eccezione della difesa”.
Ma con l’udienza di oggi il processo entra nel vivo. Perché dopo la decisione del collegio giudicante, presieduto da Sergio Gulotta, sull’ammissibilità delle intercettazioni sfileranno i primi testi proposti dall’accusa. I primi a deporre saranno il colonnello Jacopo Mannucci Benincasa ed il Tenente Salvatore Di Cesare del Comando provinciale dei Carabinieri di Trapani.
L’operazione Golem 2 partì nella primavera del 2010 e portò all’arresto di 18 persone accusate tra le altre cose di mantenere in vita la latitanza dell’attuale capo di cosa nostra. Davanti al Tribunale di Marsala sono imputati, oltre al boss latitante, Maurizio Arimondi, Calogero Cangemi, Lorenzo Catalanotto, Tonino Catania, Giovanni Filardo, Leonardo Ippolito, Marco Manzo, Antonino Marotta, Nicolò Nicolosi, Vincenzo Panicola, Giovanni Risalvato, Filippo Sammartano e Giovanni Stallone, che devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di società e valori, estorsione, danneggiamento e favoreggiamento personale. Gli altri sono già stati giudicati attraverso il rito abbreviato, come lo stesso Salvatore Messina Denaro, fratello del boss, condannato a 10 anni.