«Una misura destinata a incidere nelle casse della Sicilia, per 400 milioni di euro circa. In più ci saranno i tagli alla sanità: nell'isola, come nel resto d'Italia, comporteranno un incremento dell'addizionale Iperf, che in Sicilia è già al massimo». «Abbiamo confermato - aggiunge Armao - la collaborazione a riformare il sistema Paese, partendo dalle Regioni, dai Comuni e dalle Province, ma abbiamo anche evidenziato che non si può continuare a far gravare sul Mezzogiorno il peso maggiore del risanamento. Ho infine ribadito al presidente Monti l'esigenza di un incontro urgente, già richiesto dal presidente Lombardo, per affrontare definitivamente tali questioni e consentire il varo del bilancio regionale; ho anche sottolineato la necessità che il governo attivi misure fiscali in favore di cittadini e imprenditori dei territori della Provincia di Messina, colpiti e feriti dalla recente alluvione. Attendiamo di vedere le misure nel dettaglio per valutare gli effetti sul bilancio, già all'esame dell'Assemblea, e le eventuali modifiche da apportare».
Armao sottolinea la disparità di condizioni da cui partono le regioni a statuto speciale, con quelle del Nord che hanno visto riconosciuto nella sua interessa lo statuto, incamerando più risorse di quelle riconosciute al Sud con gli articoli 35 e 36 dello Statuto ancora disattesi. Si spera che l'attenzione verso il mezzogiorno, manifestata in più occasioni dal Premier serva a dare concretezza alle attese della Sicilia. Si vedrà.
Di tagli, necessità di far quadrare i conti e quindi di un'epoca nuova che si annuncia nella gestione del Bilancio regionale si è parlato ieri anche a Catania nell'incontro dell'Mpa concluso dal leader Raffaele Lombardo il quale ha parlato di necessità di rinnovamento della politica, di situazione economica che «richiede un partito che lotti per rivendicare diritti essenziali. Starsene seduti pensando alle proprie carriere non giova alla Sicilia, al Sud e all'Italia». Dunque intenzione di rifondare il partito con «l'introduzione nel tesseramento dello Statuto la figura del militante, che dovrà scendere in piazza e lottare». Un "nuovo profilo" in stridente contrasto con la realtà di oggi, che comunque sarà presentato domenica prossima.