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21/12/2011 05:30:37

Mazara. Presidio emergenza-urgenza non è ancora pronto. Ce la faranno per il 1° gennaio?

I fatti. L’ospedale Abele Ajello dal primo gennaio chiuderà i battenti per rifarsi a nuovo. Si parla di lavori importanti, da oltre 32 milioni di euro. Già da un paio di mesi il vecchio nosocomio è in fase di smembramento col trasferimento dei reparti nelle strutture di Marsala, Salemi, Castelvetrano perché i lavori dureranno due anni. Non oltre, altrimenti si perdono i finanziamenti europei. Tutto in due anni.
Nel frattempo cosa succederà per un bacino di 60 mila utenti? Si è pensato di predisporre un presidio di emergenza urgenza per sostituire temporaneamente il nosocomio. Sulla carta si tratta di una struttura che prevede una sala operatoria per le emergenze, qualche posto letto, un'unità di cardiologia e di rianimazione, e un'unita per le radiografie. Un pronto soccorso rinforzato. Ottimo. Adesso, un nuovo ospedale è sempre una bella notizia per i cittadini, ma questa volta un po’ meno.
Perché le sorti di questo presidio di emergenza urgenza sono parecchie incerte. Se ne sono accorti i cittadini di Mazara che hanno costituito il comitato a favore del presidio. Hanno scritto al Prefetto, hanno mandato lettere all’assessore alla Sanità Massimo Russo (che da mazarese ha voluto fortemente i lavori al vecchio Ajello), hanno interpellato anche il dirigente dell’Asp Trapani Fabrizio De Nicola. La paura è che al 1 gennaio il presidio sanitario temporaneo non sarà pronto. E le possibilità sono concrete. “Già a settembre abbiamo sollevato la questione agli organi interessati ma abbiamo ricevuto solo promesse”. Ancora oggi del presidio nemmeno l’ombra. Anzi ci sono stati ritardi e negligenze varie. Solo un paio di mesi fa è stato individuato l’edificio in cui installare il presidio. Una ex scuola elementare in via Livorno. Passa il tempo, ma i lavori per adeguare trasformare la scuola in struttura sanitaria non iniziano. Dovevano cominciare a fine settembre. Iniziano invece un mese dopo e a rilento, dopo una gara d’appalto fatta con ritardo. All’Asp sonnecchiano, sono loro che devono adoperarsi. Intanto all’Abele Ajello continuano i trasferimenti tra le proteste del comitato che nel frattempo chiedeva di interrompere tutto se non si fosse allestito il presidio. Nulla di fatto.
Inizialmente il cartello di descrizione dei lavori all’ingresso del cantiere del presidio emergenza-urgenza non c’è. Poi ne spunta uno molto strano. C’è scritto che i lavori sono iniziati il 23 settembre, quando invece sono iniziati un mese dopo. Che il costo è di 350 mila euro. E poi la durata: “Data ultimazione lavori…fino ad esaurimento somme”. Che significava? Non si sa. Poi l’Asp modifica tutto: “Data ultimazione lavori…Contratto aperto”. Il responsabile dei lavori è l’ing. Francesco Costa dell’Ufficio Tecnico dell’Asp. I lavori sono stati invece affidati all’impresa “I&T Società cooperativa”; sul ribasso d’asta, sul cartello è indicata una strana percentuale: “22.4054%”. Anche qui, non si capisce.
Nel caos uno si aspetta le risposte dell’assessore alla sanità o del dirigente dell’Asp. “Russo non ci risponde e quando è venuto a Mazara ha fatto solo un incontro a porte chiuso. De Nicola ci ha detto di stare tranquilli che tutto è in ordine ma noi non ci crediamo”. E grazie. Anche perché, come ci spiegano, per installare un presidio di questa portata, sempre stando al progetto, ci vogliono almeno 6 mesi. Invece? Oggi i soli 4 operai sono ancora al pian terreno con i lavori, su una palazzina di due piani. E menomale che il presidio era d’emergenza-urgenza.