Come riporta Il Fatto Quotidiano, il blocco è conseguenza di una relazione consegnata all'inizio di quest'anno al governo della Regione da sei ispettori Ue incaricati di verificare la spesa dei fondi comunitari in Sicilia. Gli ispettori hanno depositato il rapporto a Bruxelles dopo quattro giorni di controlli effettuati a fine ottobre, il documento è stato trasmesso anche al ministero della Coesione territoriale, guidato da Fabrizio Barca.
«CARENZE SIGNIFICATIVE» - I funzionari comunitari avrebbero riscontrato irregolarità in alcune pratiche ammesse ai finanziamenti, come l'allargamento del porto di Castellammare del Golfo sebbene il cantiere fosse stato sequestrato dalla Guardia di Finanza. La relazione rileva «carenze significative nel funzionamento dei sistemi di gestione e controllo, tali da giustificare l'interruzione dei termini di pagamento». «I servizi della commissione - scrivono gli ispettori Ue - hanno osservato che le verifiche di gestione effettuate su spese superiori a 50 milioni di euro erano parziali o inadeguate». Entro due mesi la Regione dovrà rimediare alle irregolarità altrimenti Bruxelles passerà dal blocco al taglio definitivo dei fondi.
LA REPLICA: «ISPEZIONE DI ROUTINE» - «Non ci sono state violazioni di legge o irregolarità e l'Unione europea non ha bloccato i fondi alla Regione siciliana ma ha soltanto interrotto i termini di pagamento in attesa di nostre contro-osservazioni alla relazione degli ispettori». È quanto spiega il dirigente del dipartimento per la programmazione della Regione siciliana, Felice Bonanno, in merito alla relazione degli ispettori di Bruxelles che hanno chiesto chiarimenti su alcuni aspetti. «Entro metà marzo faremo le nostre osservazioni - dice Bonanno - quindi si aprirà un negoziato. Comunque, preciso che si è trattato di un'ispezione di routine, controlli di questo tipo sono stati fatti anche in altre regioni, come la Calabria o la Campania». Il dirigente regionale sottolinea che i rilievi degli ispettori riguardano in particolare l'utilizzo della perizia di variante come strumento per aggiornare vecchi progetti (Bruxelles propende al finanziamento di progetti ex novo) e che costerebbe meno rispetto ad una nuova progettazione e al controllo totale degli atti da parte dei dipartimenti regionali.
BONANNO: OPERE LUMACA? DIPENDE DA ALTRI - Il dirigente del dipartimento per la programmazione della Regione siciliana, spiega poi che le opere-lumaca riferibili al periodo 2000-2006 riguardano progetti legati ai vecchi Fas regionali e per i quali la responsabilità non è dell'amministrazione ma di altri soggetti, come Anas ed Rfi. Dei 4 miliardi di vecchi Fas, fondi spesso stanziati a valere su accordi di programma quadro, «1,7 miliardi riguardano opere dell'Anas e solo la Agrigento-Caltanissetta ha fatto spesa». Oltre 600 milioni sono collegati a contratti di programma e patti territoriali, in questo caso il soggetto responsabile è il ministero per lo Sviluppo.