“Quello del Comune di Alcamo – dichiara Luppino - non è un buco di bilancio, il termine è improprio. Si tratta di uno squilibrio dovuto alle decurtazioni che lo Stato ha imposto nei trasferimenti di denaro ai comuni, tutti i comuni. I primi problemi sono iniziati due anni fa, con il decreto 78/2010 del governo Berlusconi e si sono amplificati con il decreto Salva Italia del governo Monti”. Adesso le casse comunali di Alcamo si trovano con uno squilibrio di bilancio pari 6 milioni e 750 mila euro: 1 milione e 200 mila euro è la sanzione per aver sforato il patto di stabilità, 3 milioni di euro sono le mancate entrate dal parte della Regione Sicilia e dal Governo centrale e 2 milioni e 500 mila euro sono i debiti effettivi. Come recuperarli?
“Se tutto fosse andato in base alle previsioni e se avessimo avuto i normali trasferimenti, non ci sarebbe stata nessuna sanzione e avremmo potuto gestire il minor debito senza alcun allarmismo, riequilibrando il bilancio. Con i nuovi tagli – commenta Luppino - , e con la previsione di entrate ancore più basse, abbiamo le mani legate. Non possiamo aumentare l'Irpef e non possiamo toccare la Tarsu poiché copre quasi totalmente i costi del servizio. L'unica entrata che potremmo ritoccare è l'Ici – Imu, ma è una scelta delicata che deve verificare l'amministrazione. Noi siamo stati previdenti e abbiamo fatto i conteggi in tempo utile per trovare una soluzione che abbia il minore impatto sui nostri cittadini”.