Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
30/04/2012 12:55:05

Inchiesta sui gioiellieri trapanesi. Un'altra condanna e due rinvii a giudizio

Il Gup di Trapani,Corleo, ha inflitto una pena di un anno e quattro mesi a Salvatore Messina, 47 anni, di Valderice, accusato di ricettazione. Per altri due indagati, Pietro Di Matteo e Gaetano Cuomo, rispettivamente di 41 e 40 anni, entrambi campani, chiamati a rispondere di favoreggiamento, è stato disposto il rinvio a giudizio. Il procedimento scaturisce da un'indagine condotta dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Finanza. Gli imputati sarebbero stati legati ad un'organizzazione dedita a diverse attività illecite, dall'usura alla truffa, alla ricettazione di oggetti rubati. Vito, Francesco e Michele Alberti, gioiellieri noti a Trapani, già condannati a due anni, un anno e dieci mesi ed un anno e sei mesi avrebbero concesso prestiti di denaro con tassi superiori a quelli previsti. Il primo, in concorso con altri due imputati, Marcello Tumminia e Cristoforo Cammareri, anche loro già condannati a due anni e quattro mesi ed un anno e dieci mesi avrebbe acquistato ingenti quantitativi di oro e preziosi provento di furti commessi in abitazione, di cui aveva piena consapevolezza.
Messina era accusato di ricettazione per avere acquistato quantitativi di oro e preziosi provento di furti, per rivenderli agli altri imputati. L'inchiesta ha anche consentito di scoprire una serie di truffe ai danni di ditte fornitrici. Gli inquirenti hanno contestato a Vito Alberti, in concorso con Marcello Tumminia e Cristoforo Cammareri, di avere raggirato grossisti e fornitori di manufatti di gioielleria e metalli preziosi. Di Matteo e Cuomo avrebbero provveduto, secondo l'accusa, ad emettere false fatture in favore della Ditta Alberti.