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16/05/2012 04:39:58

Usura, 20 le vittime, ma uno solo parla. Alla sbarra imprenditore campobellese

L’unico che ha voluto parlare è il 40enne Marco Bascio titolare della Legnopan. Ha raccontato in aula che “a fronte di un prestito di 367 mila euro avuto da Moceri, quest'ultimo ha incassato assegni per circa un milione e 300 mila euro” . Una parte di questi soldi sarebbero stati versati sul conto della moglie dell’imputato, Francesca Battaglia, che è accusata di ricettazione assieme ai figli Angelo e Antonella Moceri. I rapporti tra Bascio e Moceri contano anche 258 mila euro di lavori “mai pagati” che Bascio ha eseguito per un ristorante di Moceri.
Quindi il totale del prestito si ridurebbe a 109 mila euro. La vicenda inizia nel 2000 con un prestito di 30 milioni delle vecchie lire. Il legale di Bascio, Franco Messina, ha dichiarato in aula che il suo assistito “ha specificato che molti degli assegni da lui versati e che la difesa sostiene non essere stati girati a Moceri sono stati, di fatto, incassati dall’imputato”. L’ultima udienza non ha mancato di registrare momenti di tensione, si riprenderà il 4 giugno quando Bascio risponderà alle domande della difesa.
Nel 2004 Moceri finì in manette con l’accusa di usura. Tre anni più tardi le Fiamme Gialle misero i sigilli a quattro sue aziende nel settore automobilistico, tra cui la “Mocar”, e della ristorazione. Nonché ad immobili, quote sociali ed altro, per un patrimonio totale di 7 milioni di euro. Negli ultimi mesi le attività di Moceri sono state oggetto di attentati incendiari. Spunta anche l’ombra della mafia nelle vicende che riguardano l’imprenditore campobellese. Il suo nome infatti spunta nelle carte della DDA di Palermo sull’operazione Campus Belli che ha portato all’arresto di 11 persone il dicembre scorso, tra cui il sindaco di Campobello Ciro Caravà, accusate di essere appartenenti alla cosca mafiosa vicina al boss latitante Matteo Messina Denaro.
Dalle intercettazione emerge che proprio la "Autoinnovazione" oggetto degli incendi sarebbe stata luogo di incontro tra due degli arrestati nell'operazione, Cataldo La Rosa e Vito Signorello. Il nome di Moceri, che non è indagato, spunta anche nell’analisi della Procura sul ruolo in seno alla cosca dell’anziano boss Leonardo Bonafede. E per la DDA i rapporti con con gli uomini del clan erano molto stretti.