Era accusato di avere detenuto nel suo computer immagini pedopornografiche. Ma ad usare quell’apparecchio era il figlio. Il processo scaturiva da un’indagine condotta dalla polizia stradale.
Nel corso di una perquisizione, effettuata il 16 aprile del 2009, presso l’abitazione dell’imputato, era stata rilevata la presenza, all’interno di un personal computer, di
alcune immagini pedopornografiche.
Nel corso del dibattimento è stato accertato che l’apparecchio era nella disponibilità del figlio dell’uomo.
Il pubblico ministero Cristiana Macchiusi ha chiesto, al termine del processo, di assolvere l’imputato.