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31/05/2012 04:42:14

Caravà: oggi si decide sul rinvio a giudizio per concussione. Quinci assolto: "Non pagava le tasse, perchè pagava tangenti"

 Nella precedente udienza Caravà ha respinto le accuse a suo carico, rintuzzando le contestazioni mossegli dal pm Sabrina Carmazzi. Secondo l'accusa Caravà, quando era consigliere comunale, avrebbe preteso la somma di 30 mila euro da un imprenditore per fare votare il progetto di un albergo. Sulla richiesta di rinvio a giudizio della Procura il Gup deciderà, appunto, nell'udienza di oggi.

A denunciare Caravà è stato l'imprenditore Vito Quinci. Con lui denunciati anche i consiglieri comunali che gli avrebbero imposto il pagamento di tangenti. 

Quinci è passato attravero mille peripezie, e solo ora sta vedendo un po' di luce. La settimana scorsa è stato revocato il fallimento di due sue società. La sentenza è  stata pronunciata dalla Corte d'appello di Palermo, che aveva ha annullato la decisione con cui il tribunale di Marsala aveva dichiarato il fallimento della Opus e della Mokarta Costruzione. Quinci aveva chiesto l'applicazione della legge che riconosce, alle vittime di usura ed estorsione, il diritto di avere le sospensioni per 300 giorni dei crediti vantati nei suoi confronti: i giudici palermitani hanno ritenuto che vi fosse una sostanziale analogia tra le vittime del racket e quelle della malapolitica e hanno revocato i due fallimenti.

 Ora lo stesso costruttore è stato assolto dall'accusa di avere evaso i contributi dell'Inps, ancora una volta grazie al fatto che ha dimostrato di non avere potuto adempiere i propri obblighi, perchè sottoposto a vessazioni da parte di Caravà e altri.  La sentenza che ha scagionato Quinci è stata pronunciata dal tribunale di Trapani, presieduto da Francesco Giarrusso. Accolta così la tesi degli avvocati Fausto Amato e Carmelo Miceli. Secondo la ricostruzione dell'accusa, Quinci non aveva pagato alcuni contributi dovuti per quattro operai della Opus srl, una delle sue aziende. Attraverso i difensori, l'imputato è riuscito a dimostrare di non essere stato in condizione di adempiere perchè in gravi difficoltà economiche: le sue attività erano state infatti paralizzate per effetto dei tentativi di indurlo a pagare le tangenti. I giudici hanno accolto questa tesi e hanno assolto Quinci perchè il fatto non sussiste. 

Nel 2010 Quinci, stufo di subire, aveva denunciato e fatto arrestare in flagranza i consiglieri comunali di Campobello di Mazara, Antonio Di Natale, ex di Rifondazione comunista, e Giuseppe Napoli, ex della Margherita.

Indagato pure Ciro Caravà, denunciato nella sua veste di ex consigliere comunale e poi divenuto sindaco del paese, a capo di una giunta di centrosinistra: a Quinci avrebbe chiesto 30mila euro, per non ostacolare la realizzazione di un progetto relativo a un complesso alberghiero a Tre Fontane, nei pressi di Campobello. Caravà fu poi arrestato per mafia, lo scorso 16 dicembre.