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31/05/2012 04:40:03

"Iovino dimettiti". Il Sindaco di Valderice replica: "Valuterò il da farsi". Ma deve 20.000 euro al suo Comune...

 Il Sindaco era in aula durante la lettura della sentenza.  Ha scritto una lettera nella quale informa di aver avvertito i capigruppo consiliari, il presidente del Consiglio e di aver chiesto un incontro con la Giunta. Il sindaco si dichiara «estraneo ai fatti» e annuncia che proporrà appello «non appena verranno rese note le motivazioni». Scrive: «Valuterò insieme alla Giunta ed ai consiglieri che mi sostengono il prosieguo della mia azione politico-amministrativa», ma dice anche «confido nel fatto che possa valere anche per me il sopravvento del principio di presunzione d’innocenza fino al terzo grado di giudizio». Ma è vero anche che è stato condannato a risarcire con 20 mila euro il Comune che amministra. E' un caso unico in Italia di Sindaco condannato che deve dei soldi al Sindaco parte civile, tutti e due riuniti in un'unica persona.  Aggiunge Iovino: «Alcuni, in malafede, speculeranno sulla mia situazione azionando quella che Roberto Saviano ha definito “la macchina del fango” e cercheranno di attuare possibili linciaggi morali e politici sulla mia persona e sull’amministrazione che guido. Sono convinto che come già successo per l’ex vice-sindaco Francesco Paolo Maggio che dopo aver subito l’arresto, oggi è stato assolto, anch’io potrò dimostrare con serenità la mia estraneità». L’accusa, precisa infine il sindaco, non è di mafia ma riguarda «l’aver negato al Pm nel corso di un interrogatorio delle circostanze in riguardo ad alcuni messaggi che avrei fatto transitare daparte del sen. D’Alì ad un nipote di Coppola Tommaso». In realtà l'aggravante mafiosa, è vero, non c'è, ma la condanna è pur sempre per favoreggiamento.

Ma sono in molti a chiedere le dimissioni di Iovino. Le parole più dure vengono dal coordinatore provinciale di Sel, Massimo Candela: "La condanna in primo grado, del Sindaco di Valderice Camillo Iovino, per favoreggiamento semplice nel processo "Mafia Resort" non aggiunge molto al quadro che da tempo denunciamo. Un quadro, in cui le relazioni dell'attuale sindaco e la disponibilità "manifesta" ad intercedere, mettendo a disposizione il proprio ruolo istituzionale, risulta essere di una gravità assoluta che merita una risposta immediata.Chiediamo pertanto, che Iovino si dimetta immediatamente per ristabilire le condizioni minime di serenità istituzionali e civili a Valderice. È opportuno inoltre, che le forze di opposizione in consiglio mettano in atto tutti gli strumenti che accelerino la chiusura di questa triste stagione, anche con le dimissioni in massa dei consiglieri.Così come chiediamo al Ministero degli Interni di attivare celermente tutte le procedure atte a verificare la permeabilità del Comune Valdericino agli interessi della Mafia in questo territorio.Questa condanna segue gli arresti dei sindaci di Campobello, di Pantelleria, lo scioglimento per mafia dell'amministrazione Salemitana e conferma la necessità di riaprire politicamente il tema delle relazioni fra politica e Mafia. Relazioni che, come ha dimostrato la vicenda campobellese, investono in pieno anche parte del centrosinistra di questa provincia". 

Con Iovino sono stati condannati anche l’imprenditore valdericino Tommaso Coppola, già in carcere per mafia, tre anni ed altri tre imputati, Giuseppe La Sala, Vito Gerbino e Vito Cardella, un anno e quattro mesi di reclusione ciascuno con la concessione della sospensione, per alcune intestazioni fittizie di quote societarie.
Anche per loro è venuta meno l’aggravante di avere agito per agevolare la mafia. Sia Tommaso Coppola che gli altri imputati sono stati assolti da alcune
imputazioni. Assolti, invece, da tutte le accuse altri quattro imputati, Giovanni La Sala, perchè il fatto non sussiste, e Francesco Maggio, Francesco Mineo
e Salvatore Pirrone, perchè il fatto non costituisce reato.
Il Tribunale ha inoltre disposto la confisca delle imprese Coppola Costruzione e Villa Coppola e delle quote societarie intestate all’imprenditore Tommaso Coppola relative alle società Siciliana Inerti Bituminosi e Residence Xiare.
 Il Tribunale ha condannato il sindaco anche a risarcire il Comune di Valderice, rappresentato in giudizio dall’avvocato Giovanna Massimo D’Azeglio, con ventimila euro. Nessun risarcimento invece è stato riconosciuto in favore delle altre due parti civili, Confindustria e Patto Trapani Nord, rappresentati dagli avvocati Giuseppe
Novara e Pasquale Giliberti. La sentenza è arrivata dopo quattro ore di camera di consiglio. Il Pm Andrea Tarondo aveva rinunciato alla replica.