Tra me e lei c'era un gap gerarchico di 15 o 16 gradi…». Si è difeso così, ieri, davanti ai giudici del Tribunale di Marsala, l'ex vice comandante della Capitaneria di porto di Mazara Claudio Manganiello (adesso, comandante a Termoli), imputato nel processo per stalking scaturito dalla denuncia della 31enne marsalese Diana Vaccari, sottocapo di terza classe ruolo truppa, che quando era in servizio a Mazara avrebbe vissuto un «periodo da incubo».
Tra il 2008 e il 2009 , secondo l'accusa (inchiesta della sezione di polizia giudiziaria della Finanza presso la Procura) Vaccari avrebbe subìto una serie di soprusi da parte di Manganiello. Il vice comandante l'avrebbe più volte duramente rimproverata davanti ad altri colleghi anche per mancanze di «scarso rilievo» e sottoposta a procedimenti disciplinari. «Quasi tutti - ha dichiarato la Vaccari in una precedente udienza - entravano in Capitaneria senza berretto e nessuno, tranne me, veniva rimproverato. Io indossavo quasi sempre il berretto. Solo una volta non l'avevo sul capo e fui richiamata da Manganiello. Il suo tono era autoritario, alzava la voce e mi terrorizzava. Da lui continuavo a subire persecuzioni, anche con note di demerito, provvedimenti disciplinari e rimproveri per colpe non mie, ma di qualche altro collega». Gli sarebbe stato anche proibito di mangiare una pizza che un superiore le aveva offerto alla mensa della Capitaneria. «Ho fatto notare - ha detto, ieri, Manganiello - che non aveva diritto perché montante turno».