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17/07/2012 06:09:34

Assenteismo all'Agenzia delle Entrate di Marsala, tutti assolti gli imputati

 I tredici, tra impiegati e funzionari, erano avevano ricevuto l'avviso di conclusione indagini lo scorso settembre.  Durante il procedimento, con rito abbreviato, gli avvocati Pellegrino, Agate e Carpinteri hanno posto le loro motivazioni che hanno convinto il Gup. Le indagini partirono a seguito di una segnalazione anonima, magari di un utente che, stanco di aspettare troppo allo sportello (ma non sempre le file e il cattivo funzionamento di un ufficio dipendono dall'assenteismo) aveva nell'Ottobre del 2010 scritto una lettera alla Procura della Repubblica per evidenziare che troppo spesso vedeva gli impiegati, anzichè al loro posto, nei bar vicini l'ufficio, a prendere un caffè. Partirono le indagini della Procura, delegate all'ufficio di polizia giudiziaria della polizia di stato.  Come già avvenuto in altri casi (al Comune di Marsala, al museo Baglio Anselmi) furono piazzate delle videocamere nascoste per riprendere l'entrata e l'uscita dei dipendenti. Dopo 4 mesi di attenta osservazione, fecero un rapporto. L'esito fu il  rinvio a giudizio per tredici impiegati, accusati di uscire troppo spesso e senza motivo. Ma a salvare i dipendenti dell'Agenzia delle Entrate è stata la .... macchinetta per il caffè. I legali infatti hanno contestato all'accusa che erano state rilevate assenze di soli pochi minuti (quelle più lunghe non arrivavano al quarto d'ora, le più brevi erano di circa due minuti, poichè il bar si trova proprio a fianco l'agenzia) e tra l'altro in un periodo in cui la macchinetta del caffè in ufficio non era funzionante. Stabilito questo principio di fatto, la vicenda si è giocata in punta di diritto sul concetto di "pausa - caffè", tirando fuori le sentenze della Cassazione in materia, che, nel tempo, hanno formato un orientamento di giurisprudenza per cui la pausa caffè non è reato. Anzi, in molti non ci crederanno (soprattutto chi non lavora nel pubblico impiego) ma per la Cassazione la pausa caffè è quasi obbligatoria: nell'ultima sentenza in materia è infatti stabilito che il "caffè è lecito perchè è utile ad un migliore espletamento del servizio". Insomma, ben vengano le pause "per motivi di ristoro", mentre sono da condannare quelle per "motivi personali, ostativi al servizio".

A sostegno degli imputati, inoltre, c'erano anche le recenti sentenze assolutorie proprio su un caso di assenteismo al Comune di Marsala, tra l'altro assoluzioni, in quel caso, invocate pure dal Pm. "Molti impiegati - è stato detto in udienza - restavano in ufficio ben oltre l'orario di lavoro, in caso di necessità, compensando dunque i minuti persi nella pausa caffè". Resta il mistero (il giudizio abbreviato è a porte chiuse) di come se la sia potuta cavare, tra i tredici, anche quell'impiegato che, tra un caffè e l'altro, aveva accumulato secondo la Procura nell'arco dei mesi di osservazioni, assenze per oltre 19 ore.