Le imbarcazioni - `Luna Rossa`, `Flori`, `Eros`, `Atlantide` e `Ghibli` - erano state dirottate ieri sera nel porto di Alessandria. A comunicare la notizia del rilascio e` stato il presidente del Distretto produttivo per la pesca `Cosvap`, Giovanni Tumbiolo, lo stesso che per prima aveva lanciato l`allarme informando dell`accaduto il ministro degli Esteri Giulio Terzi che aveva appena concluso una visita ufficiale proprio in Egitto. Terzi ha subito chiesto al console di Alessandria di assistere i marinai, una trentina, dopo l`arrivo in porto e all`ambasciatore italiano al Cairo, Claudio Pacifico, di mettersi in contatto con il ministro degli Esteri egiziano, Kemal Amr. ``Prima di potere lasciare l`Egitto - ha spiegato Tumbiolo - i nostri marittimi hanno dovuto dichiarare che non avrebbero piu` esercitato la pesca entro 24 miglia dalla costa di quel Paese. Ad alcuni addirittura e` stato fatto dichiarare che non avrebbero potuto pescare entro le 200 miglia``. ``Al di la` di cio` - ha concluso il presidente del distretto produttivo `Cosvap` - quel che conta e` che si restringe sempre di piu` lo spazio in cui i nostri marittimi possono pescare. Si pensi alle restrizioni imposte dalla Libia e da altri Paesi. Ma allora dove possono esercitare l`attivita` di pesca i nostri marittimi? Urge l`istituzione di un tavolo attorno cui far sedere anche i rappresentanti dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo per potere decidere modalita` di cooperazione e di sfruttamento congiunto del mare e delle sue risorse``.
Giulio Terzi si è detto «molto soddisfatto» per l'esito positivo della vicenda reso possibile dal tempestivo ed efficace intervento della nostra ambasciata al Cairo e sopratutto dalla «straordinaria disponibilità» delle autorità egiziane cui Terzi ha voluto esprimere «la più calorosa gratitudine del Governo italiano».
«La conclusione positiva, in tempi tanto rapidi, della vicenda - ha spiegato il capo della diplomazia italiana - testimonia l'eccellenza e la solidità dei rapporti fra Italia ed Egitto, che ho potuto confermare durante il fitto e fruttuoso programma di incontri che ho avuto proprio ieri nella capitale egiziana».
Non appena informato dell'episodio, il titolare della Farnesina aveva immediatamente dato istruzioni all'ambasciatore al Cairo Claudio Pacifico di attivarsi per promuovere una soluzione del caso.
I pescherecci sequestrati dagli egiziani erano arrivati al porto di Alessandria d'Egitto intorno alle 21. A dirlo è Filippo Pecoraro, armatore del «Luna Rossa», uno dei pescherecci sequestrati. Il Luna Rossa è lo stesso peschereccio che all'inizio del 2011 era sfuggito a un sequestro dei libici che in quella circostanza lo avevano mitragliato, mentre tre anni fa partecipò a uno scambio di esperienza professionale con marittimi egiziani nell'ambito di un protocollo d'intesa siglato dal Distretto produttivo per la pesca Cosvap con il Paese Mediorientale e a cui l'armatore aveva aderito. «Il comandante del mio peschereccio - prosegue Pecoraro - mi ha raccontato che avvicinandosi ai pescherecci mazaresi, che si trovavano a circa 25 miglia dalla costa egiziana, i militari egiziani, che erano a bordo di una piccola motovedetta, hanno chiesto i documenti di bordo e dopo hanno invitato i capitani a fare rotta verso Alessandria».
In Egitto si trova anche il peschereccio Fatima II di Siracusa, al centro di un giallo internazionale dopo l'ammutinamento - tra il 12 e il 13 luglio - di tre componenti dell'equipaggio (due egiziani e un tunisino) che avrebbero scaricato in mare altri tre marittimi. Nessuna notizia del capobarca Gianluca Bianca: la moglie lo ha sentito al telefono la sera del 13 luglio. È stato l'ultimo contatto. I tre naufraghi, soccorsi da motovedette greche, hanno riferito di avere sentito uno sparo a bordo. Alla richiesta di chiarimenti i tre nordafricani avrebbero detto che il comandante era stato ucciso e gettato in mare. Nei giorni scorsi il Fatima II è stato rintracciato al largo del porto di Rashid, a 65 chilometri da Alessandria, ma a bordo non c'era nessuno. Due dei tre ammutinati sarebbero stati fermati dalla polizia ma fino a ora nè la magistratura di Siracusa né i familiari di Bianca sono riusciti ad avere notizie sulla sorte del comandante. Ora il sequestro di cinque pescherecci di Mazara del Vallo apre un nuovo caso. La marineria siciliana ha subito finora sequestri soprattutto dai libici e dai tunisini. Con l'Egitto non c'erano mai stati incidenti perchè le sue coste restavano lontano dalle rotte seguite nelle battute di pesca. Da qualche tempo la flotta di Mazara del Vallo ha però allargato il campo d'azione.