Lunghe attese, inadeguatezza della struttura, imponente, nuova e con ottime potenzialità, ma non attrezzata in modo tale da permetterne l’uso e le capacità migliori, restano gli argomenti principali dei “detrattori”, che in realtà cercano conforto e risposte immediata da parte degli organi competenti e responsabili di un’utenza che al momento sfiora le 200 mila persone, considerati i pazienti mazaresi costretti a curarsi qui dopo la chiusura dell’”Abele Ajello”. L’Asp di Trapani dopo le notizie diffuse dalla stampa in questi giorni ha deciso di intervenire con dei chiarimenti ritenuti necessari per rassicurare la collettività sui provvedimenti già adottati e presto a disposizione di tutti. <Portato a compimento l’iter concorsuale per l’immissione in servizio di 8 medici per emergenza urgenza – dice il Direttore Generale, Fabrizio De Nicola - sono già state inoltrate le convocazioni per la sottoscrizione dei contratti e 2 verranno assegnati al locale pronto soccorso. E’ stata predisposta l’attivazione di un ambulatorio per la gestione del codici bianchi, cioè per quelle prestazioni da non considerarsi di emergenza urgenza proprio per razionalizzare gli accessi alla struttura di emergenza e verrà attuata l’implementazione del personale infermieristico e socio sanitario: il primo settembre. entrerà in servizio una nuova unità di personale infermieristico. Inoltre – conclude – è stato avviato l’iter amministrativo per la realizzazione di un punto ristoro all’interno del Borsellino>. In pianta organica all’ospedale marsalese sono previste 11 unità di dirigente medico, 18 unità di infermiere professionale, 9 di ausiliario, 4 assistenti sociali e 7 autisti. De Nicola sottolinea che l’equipe del pronto soccorso da gennaio al 30 giugno è stata in grado di rispondere a 15.851 accessi e si impegna a creare un gruppo di lavoro che metta a punto un piano di comunicazione ad hoc sia per il Distretto Sanitario che per il Presidio Ospedaliero. Tuttavia la situazione resta altamente insoddisfacente e sono gli stessi medici ad evidenziare che i turni sono mal distribuiti, che il personale non è sufficiente e che, in ultimo, il nuovo software acquistato dall’Azienda (al costo di 100 mila euro) per l’informatizzazione dei referti di chi si presenta al pronto soccorso, richiede un minimo di 15-20 minuti per paziente, complicando l’attesa dei bisognosi.