Si tratta di un provvedimento che però arriva troppo tardi. Infatti l'Ars è sciolta, il 28 Ottobre si vota, e, di fatto, pur percependo lo stesso il ricco stipendio, i deputati regionali è come se avessero già cessato la loro funzione.
All'Ars, Giulia Adamo era (ed è) capogruppo Udc. "Mi dimetterò dall'Ars non appena eletta Sindaco" aveva detto Adamo durante le elezioni. Poi, però, dopo la trionfale vittoria, il ripensamento, con le scuse più diverse. Innanzitutto, per Adamo, era "imbarazzante" fare salire il primo dei non eletti della sua lista, Gioacchino Barraco, che aveva preso appena 45 voti. Poi è venuta la scusa del difficile passaggio politico da gestire, infine, montando la polemica, il Sindaco Adamo ha tirato in ballo l'orgoglio: "Un cittadino marsalese degno di questo nome - ha ripeuto più volte - dovrebbe essere orgoglioso del fatto che io sono deputato all'Ars". La legge tuttavia è molto chiara, nell'interpretazione della Corte Costituzionale, e prevede l'incompatibilità per evitare proprio troppe concentrazioni di potere.
Il giudice Genco ha fissato comunque al 25 settembre il termine per la costituzione della «parte resistente» (Adamo).
L'iniziativa dell'«azione popolare» è dell'avvocato Vincenzo Forti, mentre primo firmatario è un poliziotto, Sigfrido Russo, in passato nelle squadre «Catturandi» e «Falchi». A stendere il ricorso è stato l'avvocato Francesco Vinci.
Tecnicamente, dal giorno in cui i ricorrenti avranno notificato al sindaco la decisione del Tribunale, la Adamo avrà 10 giorni di tempo per decidere e in tal modo disinnescare il giudizio della magistratura. In realtà probabilmente Adamo neanche si costituirà in giudizio, l'udienza verrà rinviata, e comunque a fine Ottobre l'elezione del nuovo parlamento regionale avrà sanato l'abuso di Adamo.