Con il nuovo libro tornano i grandi temi, che Grugni ha sempre affrontato con coraggio. Questa volta si parla di una madre che provoca la morte del figlio appena nato, affetto da grave handicap, per sottrarlo a un futuro che lei vede spietato, commettendo allo stesso tempo un atto lucido di crudeltà e di amore. E inoltre si parla di ’ndrangheta, del suo potere sotterraneo e pervasivo in tutta la Lombardia, un potere capace di insinuarsi a ogni livello, dai grandi appalti al commercio al dettaglio.
Con il nuovo libro, inoltre, scopriamo un altro di quei personaggi che Grugni è così abile a costruire, personaggi cui ci si affeziona e che si vorrebbero amici: Mauro Casagrande, ex giornalista d’inchiesta, che campa vendendo libri usati su internet.
Hanno scritto de “L’odore acido di quei giorni”:
“Non usa mezzi termini Paolo Grugni, penna iconoclasta e impegnata che torna con un noir che graffia il lettore”, la Repubblica
“Grugni rievoca gli Anni di piombo con una storia e uno stile degni del miglior Lucarelli”, Qui Touring
“Uno dei più bei romanzi sugli anni Settanta che abbia mai letto”, Il Fatto Quotidiano