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01/10/2012 04:13:49

Danno all'immagine. Condannato a versare 30.000 euro Ernesto Fiorito, finanziere in servizio a Trapani

Il 20 settembre del 2008 il sottufficiale fu arrestato dagli agenti della Squadra mobile di Trapani con l'accusa di riciclaggio, peculato militare, corruzione e rivelazione del segreto d'ufficio.

Dagli atti acquisiti emergeva che il militare, profittando dei poteri connessi al suo ruolo, si appropriava e riciclava merce recante prestigiosi marchi contraffatti, di cui aveva la disponibilità in quanto sottoposta a sequestro del Nucleo dallo stesso diretto.

Nel corso dell’attività di indagine sono emerse ulteriori condotte delittuose a carico di Fiorito: si faceva consegnare una parte degli utili incassati dal gestore di un locale di Trapani e, dietro dazione di una somma di denaro, informava preventivamente i soggetti sottoposti a futuri controlli delle operazioni ispettive che la Guardia di Finanza avrebbe svolto.

Fiorito, accusato di avere riciclato merce "taroccata" frutto di sequestri eseguiti dai suoi stessi uomini ma anche di aver accettato denaro in cambio di informazioni sui controlli delle fiamme gialle, fece dichiarazioni "ampiamente confessorie" e patteggiò la pena di anni uno e dieci mesi di reclusione, con sentenza del Tribunale di Trapani divenuta irrevocabile il 28 luglio 2009.

Ha tentato di difendersi con una memoria, prodotta nel Maggio del 2012, in cui ha scritto che a casa sua, durante la perquisizione domiciliare, avevano trovato, il 20 Settembre del 2008, "soltanto" 3 cinture contraffatte, un paio di occhiali, ed un orologio, "ad uso personale". Non è vero che prendeva denaro in cambio di informazioni dai ristoranti "Gna Sara" e "Rocche Draele" di Marsala, ma in realtà per "Gna Sara" aveva prestato soldi alla suocera del titolare, mentre per Rocche Draele era amico del gestore, ed aveva un rapporto di collaborazione. Secondo Fiorito, inoltre, la sua collaborazione con la Procura non ha danneggiato l'immagine della Guardia di Finanza, ma, anzi, l'ha "rafforzata". 

La Corte non si è convinta.  Anche perchè  dall’attività tecnica di intercettazione e da servizi di osservazione è emerso che Fiorito, durante le indagini, tentò di sbarazzarsi di ben sei sacchi contenenti roba contraffatta.

«I buoni precedenti di carriera non incidono né attenuano, nella maniera più assoluta, la lesione al prestigio dell'Amministrazione legata alla specifica condotta criminosa del convenuto - scrive la Corte -. La vicenda ha avuto ampia eco e ha dato luogo alla pubblicazione di vari articoli di stampa con ciò cagionando un grave lesione al prestigio e alla percezione della affidabilità della guardia di finanza da parte della comunità locale» I giudici contabili spiegano che «appare palese ed indiscutibile che comportamenti illeciti e gravemente devianti (come quelli imputati a Fiorito), tenuti da pubblici dipendenti nell'esercizio delle loro funzioni, risultano normalmente percepiti dall'opinione pubblica come immediatamente riferibili (oltre che ai loro autori materiali) alla stessa Istituzione cui essi appartengono, la quale viene a perdere inevitabilmente prestigio e credibilità di fronte alla collettività».