Per la prossima udienza (11 dicembre) il pubblico ministero Dino Petralia ha citato i primi tre testi. Tra questi, Sonia Faccio e Silvia Poli. La seconda ha aiutato la Faccio a scrivere la bozza del libro, mai stampato.
15,10 - "Molte indagini e molte intercettazioni ambientali e telefoniche sono state inutili".
Questo il commento dell'avvocato Vito Cimiotta, che con Stefano Pellegrino difende nel processo Itaca gli imputati Di Marco e Surace. Aggiunge Cimiotta: "Erano al vaglio del processo comportamenti politici, magari immorali, tipici di molta politica di oggi, ma non c'era alcun reato. Convincere un consigliere a cambiare idea su una delibera non è reato, è il comportamento normale di un politico che cerca di far emergere la supremazia delle proprie ragioni sugli altri. E' stato, per certi aspetti un processo di natura politica, tanto che i diversi testimoni, politici, ascoltati, non hanno fatto altro che contraddirsi su questioni politiche. Per il resto non c'erano prove, tanto che l'assoluzione è stata perchè il fatto non sussiste"
14,50 - Come era nelle previsioni, è finito con un'assoluzione generale per tutti gli imputati il processo "Itaca", riguardante un presunto caso di corruzione e abuso d'ufficio in consiglio comunale per la creazione di un centro commerciale a Marsala. "Il fatto non sussiste" è la motivazione del dott. Riccardo Alcamo, presidente del collegio giudicante. Soddisfazione da parte dei legali degli imputati. "E' la dimostrazione che nel dibattimento emerge sempre la verità - dichiara Paolo Paladino, legale dell'ex presidente del consiglio comunale Pino Ferrantelli - perchè l'imputazione era sempre fumosa". Al centro del dibattimento c'era la promessa di posti di lavoro da parte dei faccendieri coinvolti nel processo a Ferrantelli e ad altri consiglieri comunali dell'epoca in cambio dell'approvazione della variante urbanistica necessaria alla costruzione del centro commerciale. Ma in realtà non era mai emersa alcuna prova in tal senso nel dibattimento. La mole di testimonianze, e le intercettazioni, hanno fornito il solito spaccato - deprecabile - sulla condotta dei politici locali, ma non c'è stata mai la "pistola fumante", la prova di un avvenuto patto tra gli imputati. Anzi, la stessa promessa di assunzione fatta da Ventura e Pulizzi a Ferrantelli e soci è sembrata di per sè evanescente (dato che, normalmente, con i tempi della burocrazia, dall'approvazione di una variante alla costruzione di un fabbricato, addirittura di un centro commerciale), possono passara anche cinque anni.
09,00 - E' prevista per oggi la sentenza del processo "Itaca".
In mattinata ci sarà la discussione degli ultimi difensori, Stefano Pellegrino e Vito Cimiotta, poi collegio, presieduto dal dott. Riccardo Alcamo, si ritirerà in camera di consiglio, e con ogni probabilità entro sera emetterà la sentenza. Imputati per alcuni presunti casi di corruzione e di abuso d'ufficio, in merito all'apertura di un centro commerciale, sono l'ex presidente del Consiglio comunale Pino Ferrantelli, l'amministratore della società ''Ulisse'', Giuseppe Ventura, e il mediatore d'affari Francesco Pulizzi. E poi Antonino Coraci, Franco Di Marco, Rosario Esposto (ex Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Marsala) , la figlia Tiziana Esposto ex consigliere comunale, il consigliere comunale Giuseppe Fazzino appena rieletto nella lista Lo Curto e Pasquale Surace, marito dell'assessore alla pubblica istruzione del Comune di Marsala.
Sempre oggi è attesa la sentenza del processo derivante dall'operazione antidroga "Nirvana", che si tiene con la formula dell'abbreviato davanti al Gup Annalisa Amato. Sarà chiamata a decidere sia sua patteggiamenti, richiesti dalla maggior parte degli imputati (in tutto 38) e sulle richieste di assoluzione. Si tratta di un’indagine avviata dai carabinieri di Partanna che, sviluppandosi, ha visto il coinvolgimento di presunti spacciatori e trafficanti di droga di diversi centri della provincia (Partanna, Castelvetrano, Santa Ninfa, Gibellina, Salemi, Mazara e Marsala) e del Palermitano.
All’identificazione degli spacciatori si è giunti con pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali. Si è così scoperto che «centro» dello spaccio era Mazara, anche se parecchi dei soggetti coinvolti sono di Marsala.
Comincia oggi a Marsala il processo che vede imputati il 36enne marsalese Giuseppe Aleci, presidente e direttore commerciale della Imart Edizioni, e il 28enne bagherese Gaspare Richichi, direttore editoriale. Entrambi sono accusati di tentata estorsione in danno di alcuni personaggi famosi del mondo dello sport e dello spettacolo clienti o conoscenti della pornostar Lea Di Leo (vero nome: Sonia Faccio). Già ascoltati dalla Procura, saranno chiamati a ribadire le loro testimonianze attori, cantanti, calciatori e persino un ex vice ministro dell’Economia dell’ultimo governo Berlusconi, Mario Baldassarri. I due imputati sono accusati di aver tentato di estorcere denaro ad alcuni dei personaggi citati dalla pornostar nella bozza del suo libro autobiografico. A costoro sarebbero state chieste somme di denaro (da 10 a 40 mila euro) per depennare i loro nomi e gli imbarazzanti particolari dei rapporti sessuali dal testo che la «Imart» avrebbe dovuto stampare.
Una trentina i nomi famosi citati nel libro che poi non è stato stampato. A bloccare il progetto editoriale furono gli sviluppi dell’iniziativa intrapresa da Aleci, che ad insaputa dell’autrice, secondo l’accusa, avrebbe iniziato a ricattare alcuni dei personaggi citati nel testo.
A far scoppiare il caso, il 16 marzo 2011, fu il programma di Italia1 «Le Iene », che alla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura diretta da Alberto
Di Pisa diede l’input per l’indagine.
Nel frattempo, la Di Leo aveva rinunciato alla pubblicazione del libro, presentando, nell’aprile 2011, anche una denuncia contro la Imart per truffa e diffamazione,
nonché un una diffida alla pubblicazione del volume. «Ho ricevuto troppe pressioni e anche minacce di morte» disse la pornostar.
Tra le persone che sarebbero state ricattate, un regista di Mediaset, Giorgio John Squarcia («Scherzi a parte»), l’attore Matteo Branciamore («I Cesaroni»), il
rugbista Denis Dallan (Isola dei Famosi) e i calciatori Reginaldo, Fabio Galante e Francesco Battaglia. Tra gli altri personaggi citati nel testo, anche i calciatori
Luca Toni, Marco Borriello e Pippo Inzaghi, nonché i cantanti Fabri Fibra e Gianluca Grignani. A difendere Aleci è l’avvocato marsalese Alessandro Casano,
mentre legali di Richichi sono Salvatore e Giada Traina.
Carlo Rallo