Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
22/11/2012 10:11:12

Processo Rostagno, Fava in aula: "Non solo mafia, mandanti esterni"

Lo ha detto Claudio Fava ai cronisti, poco prima di iniziare a deporre come teste della parte civile nell'ambito del processo Rostagno, che si celebra a Trapani in Corte di assise.
«Un giornalista, un intellettuale - ha spiegato Fava - non viene avvertito ma viene ammazzato. È successo così per mio padre, per Mauro Rostagno, per Beppe Alfano e Mario Francese. La dinamica, in questi casi, prevede sentenze di morte emesse altrove. Si va diritti allo scopo».

«Negli anni Ottanta «la Commissione parlamentare antimafia non veniva a Trapani. Non riteneva di affondare qui il suo sguardo. Rostagno, invece, mi raccontò questa città come un luogo su cui Cosa nostra aveva deciso di investire. Trapani era allora una metafora intossicata di quanto accadeva in quegli anni in Sicilia, un laboratorio in negativo dell'Isola», ha detto inoltre Fava nel corso della sua deposizione nel processo per l'omicidio del giornalista e sociologo assassinato a Valderice il 26 settembre 1988.