Il quadro non è affatto roseo. La Provinciadi Trapani, infatti, non rispetta il patto di stabilità. E' quanto emerge da un documento firmato dai tre dirigenti dell'ente - il segretario generale Giuseppe Scalisi, l'avvocato Diego Maggio e l'ingegnere Antonino Candela. Il dato attuale, riferito alle condizioni finanziarie dell'ente, registra un saldo negativo di quasi 13 milioni di euro.
Ma la previsione finale, al netto delle somme vincolate, è di 9.536.721,44 euro. Nella relazione che accompagna la proposta di assestamento di bilancio e di variazione dello strumento finanziario pluriennale si legge che «gli incassi in conto capitale si stanno rilevando inferiori a quanto previsto, mentre, per quanto concerne i pagamenti si stanno effettuando quelli relativi ad impegni regolarmente assunti per fare fronte ad investimenti finanziati anche negli anni precedenti, oltre alla ricapitalizzazione di società partecipate».
C' è un solo rimedio: «Si rende necessario porre in essere ogni iniziativa mirata a rispettare il patto di stabilità, adottando specifiche e rigorose misure al riguardo». Non c'è alternativa «al contenimento della spesa mediante sospensione degli impegni per spese non obbligatorie e la limitazione degli impegni alle sole spese obbligatorie per legge o necessarie per evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all'ente». Tra gli interventi immediati quello di monitorare ed «accelerare tutte le procedure di accertamento e riscossione delle entrate proprie». Ancora, viene suggerita «la revisione, in autotutela, degli impegni per i quali non si sono perfezionate le obbligazioni contrattuali relative a spese non obbligatorie per legge». L'esame dello sforamento del patto rimanda ad entrate correnti con «un minore presumibile accertamento di circa 2 milioni di euro», a causa della spending review, dei crediti vantanti dalla «Belice Ambiente» e del tassa sulle assicurazioni delle auto. Per quanto riguarda le entrate in conto capitale è stato registrato «un possibile minore incasso di circa 1 milione ed 800 mila euro». Sono trasferimenti previsti, ma che verranno a mancare, per la nautica e per la viabilità. Le spese in conto capitale sarebbero maggiori per 7 milioni e mezzo di euro, di questi 2 milioni e mezzo per la Megaservice, un milione ed 800 per l'Airgest. L'assestamento di bilancio deve essere deliberato entro il 30 novembre.
Proprio sulla Megaservice si è tenuta la settimana scorsa una seduta straordinaria ed aperta del consiglio provinciale. Tra i maggiori pagamenti accertati che hanno contributo a fare saltare i conti dell'amministrazione di Palazzo Riccio di Morana c'è quello alla Megaservice per 2 milioni e 400 mila euro. Dichiara il capogruppo del Pd, Salvatore Daidone: «La vertenza Megaservice è sempre più complessa ed ora c'è anche questa ulteriore informazione che va esaminata all'interno della questione più generale del futuro occupazionale dei dipendenti di una società che risulta essere al 100% proprietà della Provincia». Tra le partecipate richiamate nella relazione dei tre dirigenti c'è anche l'Airgest che si occupa della gestione dell'aeroporto di Birgi. La Provincia detiene il 49,9% delle azioni. Per l'ex capogruppo dell'Udc Maurizio Sinatra «c'è l'esigenza di fare chiarezza fino in fondo sulla gestione finanziaria dell'ente. Megaservice ed Airgest rimangono due temi caldi con tante domande e poche risposte concrete».