Un canile, però che ha molti problemi, a cominciare dal fatto che c'è una seconda ala ancora inutilizzata. Alla fine dello scorso settembre, il sindaco non essendo stata ancora autorizzata dall’assessorato regionale alla Sanità l’entrata in funzione della nuova ala del canile - che raddoppia la capienza da 100 a 200 posti - ordinò al dirigente dei servizi pubblici «di utilizzare, ove la struttura preesistente risulti utilizzata per il numero massimo di cani per cui è autorizzata, la struttura realizzata in ampliamento». Nel provvedimento, il sindaco evidenziava che si è già «in presenza di tutte le certificazioni di idoneità e conformità della struttura al progetto approvato ». Un’ordinanza con cui si sfida la Regione ad accogliere i randagi che vengono catturati.
Nelle more, il Comune continua ad affidare ancora a privati l’appalto per il ricovero, la custodia, l’assistenza veterinaria e il trasporto degli animali accalappiati nelle diverse zone del territorio. L'ultimo appalto lo scorso marzo fu affidato alla ditta calabrese «Mister Dog» di Rocca di Neto (spesa complessiva: 225 mila euro), ma che adesso è giunto in scadenza. Nelle more, quindi, che venga bandita la nuova gara (base d’asta, per un anno, sarà di 143 mila euro più Iva), il dirigente dei settore Servizi pubblici locali del Comune, l’ingegnere Francesco Patti, ha firmato una determina con cui ha prorogato il servizio alla stessa impresa per altri due mesi (importo: 19.800 euro + Iva).
E problemi con il canile ci sono anche a Trapani. Da più parti, al Comune viene precisato che si tratta solo di una questione amministrativa, ma dalla scorsa settimana il canile municipale è «sottoposto a sequestro cautelativo», disposto dall’Unità operativa servizio territoriale igiene degli alimenti e igiene urbana del Dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Asp. È quanto riportato nel verbale numero 15, affisso sul grande cancello metallico del canile, in via Tunisi. Il provvedimento è stato siglato dal responsabile del Dipartimento veterinario, Roberto Messineo, «in attesa – si legge nell’atto di sequestro – dei provvedimenti che l’autorità competente
vorrà disporre». Il personale dell’Asp avrebbe riscontrato «la mancanza di adeguamenti alla struttura».
I controlli, in base alla spiegazione fornita in una nota di Palazzo D’Alì, sarebbero stati sollecitati dal sindaco Damiano; nel documento, l’amministrazione afferma che “il provvedimento di sequestro è l’epilogo di un processo avviato sei mesi fa, quando il sindaco, a seguito di un sopralluogo, aveva richiesto una serie di verifiche sulle condizioni igienico-sanitarie e strutturali; evidentemente – prosegue la nota – l’Asp si è attivata, fornendo prescrizioni e richiedendo adempimenti che hanno comportato l’avvio di procedure amministrative lunghe e complesse, per cui è intervenuto prima il provvedimento di chiusura». Il Comune, insomma, non avrebbe provveduto in tempo a sistemare la struttura sulla base. Secondo il primo cittadino, però, «il provvedimento interviene limitatamente all’ingresso di ulteriori animali, che allo stato, così come rilevato, la struttura non è in grado di soddisfare».