CRISTALDI. Cristaldi ha picchiato Frigulti? E' questa la domanda a cui cercano di rispondere i testimoni chiamati a deporre nel processo che vede imputato il Sindaco di Mazara. Per uno dei testimoni, comparso nell'udienza di lunedì, il trapanese Serafino Ferlita, Cristaldi ha uno a Frigulti uno schiaffo "alla femminina". "E come sarebbe?" ha chiesto il giudice Zichittella, davanti al quale, nella sezione staccata del tribunale di Marsala a Mazara si tiene il processo. "A pugno chiuso, dottore" ha risposto Ferlita. Imputata, oltre al sindaco Nicola Cristaldi, è anche il capo del suo staff, Rosa Di Giorgi. I fatti avvennero il 27 agosto 2011, in piazza Mokarta, nel corso di un manifestazione organizzata da "Italiana stampa". A seguito di quella serata il responsabile di "Italiana Stampa" Giancarlo Frigulti aveva querelato, chiedendo un risarcimento di 100 mila euro, il primo cittadino. Frigulti, dopo un suo intervento, nel quale aveva criticato l’amministrazione sarebbe stato aggredito verbalmente dalla Di Giorgi e poi fisicamente dal primo cittadino avrebbe ordinato di sospendere per alcuni minuti lo spettacolo. Ferlita, amico di Frigulti e presente quella sera, ha confermato la sospensione di circa 2 minuti decisa dal sindaco e la sua richiesta a Frigulti di "ritrattare" ammettendo di aver parlato in stato di ubriachezza. Poi le parti hanno ascoltato Cristaldi e la Di Giorgi. «Frigulti - ha detto Cristaldi - dichiara il falso. Sono arrivato in piazza perché i miei collaboratori mi avevano avvertito che l’intervento "politico" di Frigulti aveva creato pericolose tensioni. Non ho sferrato nessun pugno ma ho cercato di allontanare Frigulti con entrambi le mani. Il giorno successivo ho ricevuto, attraverso il cellullare della mia collaboratrice, un sms dal tono minaccioso da Frigulti che mi voleva incontraree l’ho denunciato». Di Giorgi ha dichiarato: «Ho ascoltato l’intervento di Frigulti e ho chiamato il sindaco». Sentito anche il comandante della stazione dei carabinieri Biagio Cicatiello.
SCALA. E' stato il turno della difesa nel processo, avviato alle battute finali, che vede imputati l'ex Sindaco di Alcamo, Giacomo Scala, insieme al segretario generale del Comune, Cristoforo Ricupati, accusati di abuso d'ufficio. «Nessuna violazione di legge» hanno detto gli avvocati Vincenzo Catanzaro e Francesco Galati, difensori di Scala, ed il collega Carlo Ventimiglia, difensore del segretario. Hanno chiesto di assolvere i loro assistiti dalle accuse di abuso d’ufficio e falso. Il procedimento scaturisce da un’indagine giudiziaria relativa alla nomina di alcuni consulenti di cui l’amministrazione comunale si è
avvalsa per un breve periodo. Secondo il pubblico ministero Franco Belvisi, che nella precedente udienza aveva chiesto la condanna dell’ex sindaco e del segretario generale ad un anno e quattro mesi e ad un anno ed un mese, i provvedimenti adottati dal primo cittadino sono illegittimi.
Le pubbliche amministrazioni, ha spiegato il Pm, possono ricorrere a consulenti esterni solo per esigenze cui non sono in grado di far fronte con personale di servizio. Scala avrebbe proceduto alla nomina degli esperti prescindendo da qualunque accertamento. Per l’accusa, sarebbe stata violata un’altra norma che vieta
alle amministrazioni di enti in cui la spesa per il personale superi il 50% di quelle totali di procedere a qualsiasi tipo di assunzione. I difensori hanno ribattuto alla pubblica accusa sostenendo la legittimità dei provvedimenti adottati dal sindaco. La sentenza è prevista per il 28 gennaio.