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28/01/2013 08:32:50

Magistrati in politica: è lecito o no?

 C'é anche un motivo giuridico: il magistrato non é meno di un comune cittadino. Quindi, perché privarlo dell'elettorato passivo?
 Se si giudicano i fatti solo con i codici e i cavilli si può considerare lecito che Antonino Ingroia, pubblico ministero a Palermo, si metta in aspettativa, fondi un nuovo partito e si candidi al parlamento.
Se si giudicano i fatti con il buon senso che deve accompagnare ogni sano giudizio, non é affatto lecito che Ingroia faccia quello che sta facendo. Egli é stato un pubblico ministero d'assalto. Continuamente sulle prime pagine dei giornali, e ospite immancabile dei contenitori televisivi. Avevamo dubbi che potesse avere anche il tempo di valutare bene le prove giudiziarie, mentre lo vedevamo impegnato nei dibattiti, nelle manifestazioni di partito, nelle presentazioni di libri. L'estate scorsa l'abbiamo visto accettare il ruolo di coordinatore delle inchieste guatemalteche contro i narcotrafficanti, e abbiamo pensato che andando via dall'Italia si fosse messa la testa a partito, e avesse deciso di espiare con un lontano esilio le tribolazioni che ha procurato ai tanti italiani che, abituati a rispettare la magistratura, ne vedevano poi in giro un esemplare così anomalo da farli ricredere sulla fondatezza della loro stima nei magistrati. In queste tribolazioni, i cittadini sono stati pure frastornati dall'atteggiamento del Consiglio superiore della magistratura, che dovrebbe arginare le esagerazioni comportamentali dei magistrati, e invece quasi sempre le sorregge e le giustifica.
L'incarico di Ingroia in Guatemala é durato poche settimane. Non pensiamo che in così poco tempo abbia debellato i narcotrafficanti - una notizia così sarebbe rimbalzata su tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma non l'abbiamo sentita -. Probabilmente avrà iniziato là un processo, e senza attenderne la conclusione se ne é tornato in patria. Ma non per riprendere il mano il processo sui presunti rapporti Stato - mafia, che aveva lasciato in tronco andando in Guatemala, ma per chiedere l'aspettativa al Consiglio superiore della magistratura, e scendere in politica. Sapete cosa ha fatto il Consiglio superiore? Gliel'ha concessa. Così abbiamo Ingroia candidato alle politiche, ma pronto a rientrare nella magistratura se gli dovesse andare male la nuova avventura.
Questi magistrati doppia e tripla faccia, di cui ci sono esempi ormai numerosi, fanno più male alla magistratura di quanto ne possano fare gli avversari politici. Quando si sente di un politico che sferra attacchi alla magistratura, con giudizi sferzanti o con l'esternazione della volontà di riformare la magistratura, il cittadino può prendere le difese del politico o della magistratura, a seconda delle sue convinzioni. Ma se é un magistrato a sputtanare l'ordinamento giudiziario, il cittadino non può far altro che piangere sullo stato pietoso della giustizia.
Leonardo Agate