Il processo è stato chiesto per alcuni imprenditori, che hanno chiesto e ottenuto i contributi pubblici per la realizzazione di un albergo a Selinunte Belice Mare (da anni già in funzione), e commercianti e artigiani fornitori di beni e prestazioni d'opera che avrebbero emesso quelle «false fatture» necessarie per incassare gli «indebiti» finanziamenti. Contestati, a vario titolo, anche i reati di false dichiarazioni ed evasione fiscale.
Nell'indagine sono coinvolti i castelvetranesi Giovanni Cascio, di 66 anni, Girolamo Grande, di 59, Eugenio Brillo, di 62, Mario Aldo Brillo, di 58, Giacomo Fundarò, di 68, e Calogero Maggio, di 44, i marsalesi Antonino Titone, di 55, Salvatore Ciaramidaro, di 59, e Girolamo Bartolomeo Castiglione, di 51, i mazaresi Nicola Pizzo, di 59, e Settimo Fabio Giacalone, di 26, e il campobellese Giuseppe La Chiana, di 47.
Di spicco le figure di Cascio e Grande. Quest'ultimo è un ex muratore che in pochi anni è diventato un importante costruttore, con interessi anche a Marsala, dove ha realizzato un grosso immobile nei pressi del porto.
Artefici della truffa, secondo l'accusa, sarebbero Cascio, amministratore della Seven Turist, Grande, amministratore della Grande Immobiliare (con Eugenio Brillo) e della Costruzioni immobiliari, Amedeo Brillo, direttore dei lavori della Seven Turist, e Fundarò, amministratore della A.S. Costruzioni. La struttura alberghiera è composta da tre corpi di fabbrica (per 88 camere, su due piani e cantinato). False fatture e false dichiarazioni, secondo gli investigatori, indussero il ministero delle Attività produttive ad autorizzare, nel maggio 2005, l'erogazione di un finanziamento di 934.704 euro (a carico del bilancio nazionale) e 400.586 euro (bilancio regionale) e poi, nel novembre 2006, di 1.335.292 euro.
Per gli avvocati difensori, però, non sono state commesse irregolarità. Per questo hanno chiesto il proscioglimento di tutti gli imputati. La decisione del gup è attesa per il 21 marzo.
OMICIDIO COLPOSO. Continua a Trapani il processo a carico dell'imprenditore Giuseppe Maltese, chiamato a rispondere di omicidio colposo per la morte del giovane di nazionalità marocchina Eddine Chaij, che al momento del decesso aveva 26 anni. Nell'ultima udienza è stata ascoltata la sorella della vittima, Addira Chaji. ll giovane è morto quattro anni fa a seguito di un colpo di sole mentre lavorava nelle campagne di Alcamo. Secondo gli inquirenti, l'immigrato non sarebbe stato sottoposto, prima dell'avvio al lavoro, a visita medica, così come previsto dalla legge. Un'omissione che avrebbe impedito di rilevare la presenza di un'infezione polmonare. Addira ha riferito di avere appreso da un collega del fratello, che dopo il malore Eddine fu lasciato sotto un albero per lungo tempo prima di essere accompagnato in ospedale.
BANCAROTTA. Comincia oggi a Trapani il processo per Vincenzo Campo e Castrenze Lo Porto, amministratori della «Centro Distribuzione Merci Alcamese», accusati di bancarotta. Gli inquirenti contestano ai due imputati di avere recato pregiudizio ai creditori. Avrebbero svolto delle operazioni finalizzate a svuotare l'azienda di capacità produttiva. Sono anche accusati di avere sottratto o distrutto , in tutto o in parte i libri contabili. Gli inquirenti contestano anche di avere omesso di presentare, al fine di evadere le imposte, il modello unico.