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06/03/2013 05:50:09

Da una rapina alla Sisa di Marsala la pista per una possibile svolta nell'omicidio Via?

 Per Della Chiave - che per l'omicidio Via è stato condannato dalla Cassazione a 26 anni di carcere -  40 anni, è arrivata la settimana scorsa un'altra condanna per rapina a mano armata. Si tratta della rapina effettuata al Supermarket Sisa di Via Mazara a Marsala, appena una settimana prima dell'altra tragica rapina a Trapani, in pieno periodo natalizio, quando gli incassi dei supermercati sono alle stelle. Ed infatti il bottino di quella rapina fu di 13.000 euro. Ma quello che importa, qui, è che mentre Della Chiave è stato condannato a due anni e due mesi, Orazio Montagna, 43 anni,  è stato assolto.  

A difendere Montagna è stato ancora l'avvocato Giacomo Frazzitta, che proprio sulla base di questa assoluzione sta meditando di chiedere per il suo assistito la revisione del processo per la rapina, con omicidio, alla Gea. Secondo l'accusa, infatti, nella rapina commessa nel capoluogo sarebbe stata utilizzata la pistola sottratta alla guardia giurata in servizio davanti al supermercato Sisa di via Mazzini. Ma l'assoluzione di Montagna da questo «colpo», per il suo difensore, potrebbe anche far cadere l'accusa più grave.

DETENZIONE DI ARMA DA FUOCO. Ha deciso di patteggiare la pena il 63enne pregiudicato marsalese Giuseppe Scoma, arrestato dai carabinieri per detenzione illegale di arma da fuoco.  Nella sua abitazione, infatti, i militari hanno trovato una pistola calibro 7.65 avvolta in un panno bianco e riposta dentro un marsupio. L'arma - rinvenuta durante una perquisizione effettuata nell'ambito di una serie di controlli effettuati dai carabinieri del Nucleo operativo e della stazione di contrada Ciavolo - era all'interno di un ripostiglio. Era con matricola abrasa, numero identificativo di canna cancellato e carica.A difendere Scoma è l'avvocato Diego Tranchida.

FALLIMENTO DELL'ALCAMO CALCIO. L'avvocato Ernesto Leone, difensore di Giuseppe Di Bartolo, l'ex patron dell'Alcamo calcio chiamato a rispondere di bancarotta fraudolenta, ha chiesto al Tribunale di disporre una perizia contabile per accertare gli introiti incassati dalla società tra il 2004 ed il 2007 ed il loro impiego. Il legale ha anche prodotto una serie di documenti contabili. Di Bartolo è accusato, insieme con il suocero, Francesco Milazzo, di avere distratto gli utili della società. Secondo gli inquirenti, tra il 2004 ed il 2007 l'associazione sportiva avrebbe conseguito cospicui ricavi, ammontanti ad oltre seicentomila euro, che non sarebbero stati reinvestiti nell'attività. Il Pm Penna si è opposta all'acquisizione della documentazione prodotta dalla difesa rilevando la incerta provenienza degli atti e la tardività. Il magistrato si è opposto alla perizia ritenendola non necessaria. Il Tribunale si è riservato e ha rinviato i processo all'11 marzo.