Jeannette Daoud, nata a Beirut, racconta la sua storia evidenziando i soprusi e la mortificazione subita, senza possibilità di avere giustizia. «Vivo a Partanna da tanti anni - dice - perché da 29 anni, dei miei 49, sono sposata con un partannese. Sono impegnata nel sociale, insegno l'arabo, ho vinto un premio per l'integrazione, collaboro con l'officina medievale e sono iscritta all'albo degli interpreti giurati del Tribunale di Marsala. Quello che mi è successo lo ritengo indignitoso, senza alcuna parola di solidarietà, se non da parte di una dirigente comunale, neppure del mio sindaco, benchè informato della vicenda».
Jeannette racconta che l'11 dicembre era andata al Comune per ritirare alcuni documenti e che al suo ritorno ha trovato una multa sull'auto.«Avevo parcheggiato sulle strisce blu - aggiunge - mi ero resa conto subito di aver sbagliato, ho chiesto al vigile dove pagarla. Lo stesso, con cortesia, mi ha indicato la via, ma mentre salivo in macchina ho visto arrivare altri due vigili che mi hanno chiesto i documenti e la patente, urlando, tenendo lo sportello della macchina con la mano e inveendo contro di me, come se fossi una delinquente. Il collega riferì loro di avermi già fatto la multa, ma ciò nonostante loro mi hanno umiliata in pubblico con frasi del tipo: «Al tuo paese non avete documenti?», «Non sai cos'è la patente?», mentre il loro collega insisteva ricordando che ero già stata multata». A quel punto la 49enne incredula ha dato loro la patente, ma sembra che i due vigili non si siano neppure accorti che il documento era scaduto e che la donna era in possesso del foglio sostitutivo, per poter circolare. «Vivendo in un piccolo paesino ci conosciamo tutti - dice Jeannette - La gente era molto dispiaciuta del comportamento dei due vigili, ma anche i carabinieri, cui mi sono rivolta per raccontare l'episodio, mi hanno rimandata al comando della Polizia Municipale. Nessuno ha voluto far qualcosa. Io ho vissuto un episodio a sfondo razzista, e voglio denunciarlo».