Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
24/03/2013 05:18:06

Via le Province in Sicilia. Ma è un vero risparmio? Ecco i numeri…

Le province verranno sostituite da consorzi comunali ancora tutti da chiarire, e demandati ad una futura nelle,  ma nel frattempo è guerra di cifre sui risparmi reali o presunti che la mossa del Presidente Rosario Crocetta comporta.

sicilia_reg

Durissimo è il presidente dell’Unione Province Italiane,Antonio Saitta: “In Sicilia si sta facendo una operazione di trasformismo, una legge bandiera che non affronta i veri nodi e che non fa che aggiungere nuova burocrazia: anziché snellire le istituzioni, razionalizzando le Province, si ritorna ai liberi consorzi. E così si rischia di passare dalle 9 Province attuali a 33 Consorzi e 3 Città metropolitane. Sarebbe questa la semplificazione? L’unica risultato della Legge Crocetta è il Commissariamento delle Province, la sostituzione della democrazia con il sottogoverno”.

Di parere opposto Giancarlo Cancelleri, capogruppo all’Ars del Movimento Cinque Stelle: «Siamo i primi in Italia ad abolire questo inutile carrozzone. L’abolizione delle Province è merito soprattutto nostro, che abbiamo riportato il dibattito sulla giusta strada, quando il governo sembrava optare per una riforma differente, che anziché abolire l’ente lo rinforzava».

Crocetta ha dichiarato che il risparmio per la Regione è di “oltre 200 milioni di euro l’anno a regime”. Ma è realmente così? Cifre alla mano, sopprimere le provincie conviene, si, ma fino ad un certo punto. La spesa della Regione Siciliana, nel 2012, è stata di oltre 9 miliardi di euro, quella dei Comuni di 4,5 miliardi e quella delle Province di 600 milioni.  Il personale politico della Regione costa a ciascun cittadino siciliano quasi 33 euro l’anno, quello delle 9 Province insieme 3 euro. In Regione sono assunti oltre 17 mila dipendenti, e l’11% sono dirigenti. Nelle Province lavorano 5 mila e 600 dipendenti, e i dirigenti sono l’1,8% del totale. Il personale delle Province costa 39 euro a ciascun cittadino siciliano, quello della Regione più di 320 euro e quello dei Comuni quasi 300 euro.

 

A questi dati si aggiunge un’altra considerazione. Che cosa farà il personale attualmente in servizio alle Province? “E’ evidente – dice Saitta – che se si deciderà di spostare il personale delle Province nella Regione o sui Comuni la spesa pubblica aumenterà vertiginosamente”.

C’è un altro dato da valutare. Nel 2012 la Regione Siciliana ha destinato agli enti e alle agenzie regionali oltre197 milioni di euro. Alle Province, per l’esercizio delle funzioni, 57 milioni di euro. Ai Comuni, per l’esercizio delle funzioni, oltre 1 miliardo. Quasi 60 milioni di euro sono stati destinati a partecipazioni azionarie e conferimenti di capitale in imprese pubbliche e private.

Di fronte a questi numeri appare evidente che l’abolizione delle Province, dunque, è un’operazione di grande impatto dal punto di vista della comunicazione, ma ha senso se si ridistribuiscono meglio i compiti tra gli altri enti, si eviti il moltiplicarsi dei futuri “consorzi”, e si individuino altre centrali di spreco nella gestione della cosa pubblica in Sicilia.  Inoltre, i veri effetti del risparmio saranno solo sul costo del personale politico, cioè sugli organi elettivi. Le altre voci di spesa, infatti, verranno ripartite tra gli altri enti siciliani.

Per il resto, non si possono non citare anche alcuni dati che hanno pesato molto nell’opinione pubblica  sulla soppressione delle province siciliane. Tra assessori, consiglieri e presidenti ci sono circa 350 persone elette nelle province siciliane. Il presidente dell  Provincia di Palermo prende uno stipendio mensile di 8.459 euro, il vice di 6.344 euro, mentre gli assessori e il presidente del Consiglio 5.948 euro. I consiglieri, sempre nel caso della Provincia di Palermo, ricevono gettoni di presenza di poco superiore ai 2.500 euro.

Sono ben 216 le società, gli enti, i consorzi e le associazioni cui a vario titolo partecipano le nove Province siciliane.  A Trapani la Provincia è la principale azionista dell’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto di Trapani, e ha appena assistito al fallimento, con 70 licenziamenti, della Megaservice, società che doveva servire alla manutenzione degli edifici pubblici e che è annegata nei debiti.  La partecipazione più onerosa è quella della Provincia di Catania alla Pubbliservizi spa, che nel 2011 è costata 18,1 milioni di euro. Supera isei milioni, invece, il contributo della Provincia di Palermo per Palermo Energia, ex cooperativa che doveva occuparsi di caldaie: oggi i suoi 200 dipendenti si occupano di attività di supporto e pulizia.Le partecipate di tutte le province siciliane, secondo i dati del Ministero della Funzione pubblica nel 2011, costano 53 milioni di euro l’anno, dei quali due milioni servono a coprire i gettoni di presenza degli oltre 250 tra presidenti e membri dei consigli di amministrazione.

In totale, sono stati 303 i contratti per incarichi esterni comunicati dalle Province siciliane al ministero della Funzione pubblica nel 2011. Il costo complessivo per le casse provinciali è stato di 4.186.155 euro. Non mancano i casi che hanno sollevato polemiche, come quello della nomina, da parte dell’allora presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano, di una super consulente, Deborah Aureli,  laureata in psicologia. Classe 1976. Aureli per l’attuazione di alcuni progetti comunitari ha avuto un contratto da 210.000 euro valido fino al 30 Giugno 2014, per 30 mesi di lavoro.  Un caso simile quello dei nove esterni dello staff del presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti, cui la Corte dei conti un anno fa ha contestato un danno erariale di 1,7 milioni di euro. Tornando a Trapani, l’attuale Sindaco di Marsala, Giulia Adamo, è stata condannata dalla Corte dei Conti per danno erariale sempre per la nomina di 4 consulenti quando era presidente della Provincia.: 45.000 euro