Sono le parole di Andrea Tarondo, sostituto procuratore a Trapani. "L'economia mafiosa non è basata sulla produttività, ma sui vantaggi in termini di corruzione e frodi. L'imprenditore che rispetta le regole è fuori dal mercato. E' una società che mangia se stessa quella basata sulla cultura mafiosa. La rinascita economia passa dalla riscoperta dell'etica, della cultura. Nel territorio trapanese la mafia non gestisce solo il settore delle estorsioni. Anzi quella dell'estorsione è un'attività residuale, praticata a tappeto, ma lasciata a soggetti residuali, al confine con la criminalità comune. Matteo Messina Denaro si vanta di non praticare l'estorsione, perchè ha un livello di interesse economico più alto, e controlla l'intero territorio, dall'agricoltura all'edilizia".
10,40 - " Il cancro che attanaglia la Sicilia - ha detto Lo Bello nel suo intervento - dipende da un patto scellerato tra mafia, politica, pubblica amministrazione ed imprese che non guardano alla regole.
C'è una sostanziale complicità, che è diventata un blocco sociale, che ha lavorato contro la Sicilia, per arricchire pochi ed impoverire l'isola. In questi decenni la "crescita" della Sicilia è avvenuta solo tramite la distribuzione clientelare e assistenziale di risorse pubbliche che oggi sono finite. Oggi c'è una stagione completamente diversa, nella quale dobbiamo essere noi i protagonisti, immaginando una Sicilia diversa, dove si faccia impresa guardando al benessere del territorio e non al suo sfruttamento. Non possiamo pensare di continuare a vivere grazie a piccoli interessi particolari. La mafia si sconfigge non solo con la repressione giudiziaria, ma anche con una consapevolezza diversa.
Un altro tema centrale nella lotta alla mafia è la lotta alla corruzione. Perchè dove c'è corruzione c'è mafia. Ci sono tantissimi impiegati della pubblica amministrazione di grande valore, e proprio per tutelarli dovremmo richiedere a loro - soprattutto i dirigenti - lo stato patrimoniale, per capire se c'è qualcuno che grazie alla posizione nella burocrazia si sia arricchito alle spalle dei cittadini, disonorando il ruolo, spesso interfacciandosi con la peggiore politica e la peggiore mafia. C'è bisogno di una svolta radicale".
08,00 - “Cosa nostra e Lavoro, economia mafiosa e democrazia negata” è il tema dell’incontro che oggi si terrà al Seminario Vescovile con inizio alle ore 9,00.
Previsti gli interventi del vice presidente di Confindustria, dott. Ivan Lo Bello, e del dott. Andrea Tarondo, sostituto procuratore della Repubblica a Trapani. In programma anche gli interventi dei dirigenti provinciali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil.
Intanto ieri è risultato ricco di importanti vivacità l’incontro che si è tenuto al Seminario dove sono stati presentati i lavori condotti dagli studenti di diverse scuole : “La storia del territorio scritta dai ragazzi” che si sono impegnati a ricostruire con dei riusciti e apprezati video le storie di Libero Grassi, Rita Atria, Placido Rizzotto, Vito Pipitone e don Pino Puglisi. A confrontarsi con gli studenti sono stati Salvatore Gibino presidente della coop Pio La Torre, Placido Rizzotto, nipote omonimo del sindacalista ucciso a Corleone nel 1948, don Baldassare Meli, oggi parroco nella Chiesa Santa Lucia di Castelvetrano e che fu sacerdote nel rione Ballarò di Palermo negli anni in cui padre Puglisi guidava la chiesa di Brancaccio, ed ancora presenti Margherita Asta e Lucia Calì’, per l’associazione Libera.
A Salvatore Gibino il compito di parlare del lavoro nei terreni confiscati e dell’imminente operatività della coop “Le terre di Rita Atria” che farà tornare produttivi terreni confiscati nel trapanese, “questa ed altre cooperative sono testimonianza di come possano esistere una economia sana e un lavoro giusto compiendo i giusti passi, facendo lo sforzo che serve”. E poi rivolto ancora agli studenti li ha esortati a stare accorti “perché nessuno si permetta di prendere loro e buttare via la chiave dei cassetti che ognuno possiede e dove vengono tenuti i sogni più belli”. “Ho incontrato oggi ragazzi che hanno assimilato molto bene idee di donne e uomini straordinari – ha detto Placido Rizzotto – questo è fare memoria”. “Serve una educazione a 360 gradi come faceva don Pino Puglisi – ha esordito don Baldassare Meli, la mafia si può debellare proponendo un nuovo modello di lavoro come fanno le cooperative che lavorano sui terreni confiscati, creando la mentalità dell’impegno, rifiutando la strada delle raccomandazioni, avendo comportamenti corretti, non svilendo la propria vita, non perdendo la dignità.
Oggi – ha proseguito don Meli – esiste e persiste una forte connivenza tra mafia e politica, la politica oggi fa morire il lavoro per aiutare i mafiosi che si alimentano con i bisogni della società, il lavoro è un diritto non deve diventare un favore da concedere”. “Una buona semina – ha commentato Margherita Asta – da cinque anni l’appuntamento fisso con il “Non ti scordar di me”, sin dal primo appuntamento nel 2008 abbiamo coinvolto i giovani seminando memoria e impegno, oggi i giovani stanno a loro volta mettendo importanti semi di libertà nella nostra società, semi di giustizia e di verità”.
Ieri sono stati premiati i vincitori del concorso scolastico indetto nel segno del ricordo del 2 aprile 1985: per un disegno, Vittorio Agnello della classe V della scuola elementare S. Antonio di Padova, Andrea Adragna della classe III A della media Pagoto ha presentato una poesia, e Demetrio Manuel Mistretta dell’Alberghiero Florio, ha scritto un tema breve ma di grande efficacia. Nota amara ma vera quella infine espressa dal sindaco di Erice Giacomo Tranchida presente al convegno assieme al vice sindaco Daniela Toscano: “Questa – ha detto – che oggi insegue il riscatto in parte l’abbiamo acciuffato in parte ancora lo rincorriamo, assurdo che nel 2013 per esempio questa terra debba fare i conti con l’assenza di un servizio idrico pubblico efficiente, vorrei che il Governo regionale faccia un salto di qualità abbandonando la politica degli slogan e passando alle iniziative precise, questa terra non può restare preda di incredibili conflitti e gravissime inadempienze, siamo stanchi di inseguire i nostri diritti mentre siamo e restiamo rispettosi dei nostri doveri”.
Il 3 aprile sempre nell’ambito dell’iniziativa “Non ti scordar di me” si è tenuta una intensa giornata dedicata allo sport. Sabato 6 aprile alle 18 ultimo appuntamento al teatro del Don Bosco a Trapani con il musical dedicato a Don Pino Puglisi, “L’amore più grande”.