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26/04/2013 18:33:18

Pip, nuove regole a Castelvetrano

 L’iniziativa, che potrebbe diventare una preziosa boccata d’ossigeno in tempi di criticità come quelli che stiamo vivendo, nasce dalla valutazione effettuata all’interno di un apposita conferenza di servizio, alla presenza del Sindaco, del Segretario Generale, del Dirigente del III Settore Ing. Giuseppe Taddeo, dell’Avv. Francesco Vasile per l’Ufficio Legale e della Sigle sindacali, dove si è discusso sulle attività commerciali nel piano per insediamenti produttivi artigianali. In detta occasione si è convenuto sulla opportunità di potere consentire lo svolgimento di attività commerciale nella zona PIP, aseguito delle richieste che pervengono dagli insediati nell’area artigianale che sono state valutate meritevoli di considerazione. Invero, è notoria la crisi del credito bancario nei confronti del sistema delle imprese, con la conseguenza che il mondo dell’economia reale ha subito e subisce un deficit per assoluta mancanza di liquidità, e con la necessità di riconvertire o meglio di ampliare al massimo il proprio sistema produttivo, anche inventandosi nuovi richiami e nuove forme per garantire la penetrazione sul mercato di quanto si produce. Nella fattispecie le imprese si trovano a dover ricorrere a spese ingenti per la distribuzione e la commercializzazione delle merci che con sempre maggiore difficoltà sperano di continuare a produrre, a fronte di pagamenti verso i fornitori, i dipendenti, gli istituti previdenziali e l’erario, che comportano un anticipo significativo di liquidità, che è da presumere non attualmente disponibile presso il sistema bancario. “Le superiori considerazioni ci hanno indotto a contribuire alla riduzione del tetto dei costi a cui vanno incontro, iniziando appunto dalla commercializzazione e distribuzione di quanto producono- ha detto il Sindaco- La filiera corta, del resto, è certamente uno dei migliori antidoti che la scienza economico-finanziaria al momento è in grado di indicare.” Nelle prossime settimane , quindi, gli artigiani della zona potranno porre in esposizione e libera vendita il proprio prodotto, senza necessariamente affidare a terzi la commercializzazione degli stessi. Viene soltanto posto un limite preciso alle destinazioni, all’interno degli opifici, di tipo residenziale e comunque ritenuto non pertinente all’attività artigianale: si vuole certamente evitare di trasformare spazi produttivi in ambienti residenziali o soltanto commerciali che non avrebbero riferimento alcuno con gli scopi che si vogliono perseguire. A tal fine, regolamentando appositamente i piani commerciali, si è introdotto appunto nelle zone D, comprese le zone D2 di tipo artigianale, la possibilità di riservare il 40 % delle superfici ad attività commerciale.
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