Pare sia una tecnica nuova per Castelvetrano, ma ampiamente utilizzata a Palermo.
Il tappo con la chiave non è un problema per il ladro di carburante, perché la benzina viene rubata direttamente da sotto l’auto, attraverso un semplice foro praticato nel serbatoio. E’ probabile che siano in due: uno svolge il “lavoro” e l’altro fa da palo. Con un trapano a batteria fanno il buco e dopo raccolgono la benzina con una bacinella.
La cosa è preoccupante per più di un motivo. Il serbatoio infatti contiene al proprio interno dei divisori che impediscono al liquido di fuoriuscire del tutto. Questo comporta che quando il malcapitato riprende ad andare in macchina, il movimento provoca un’ulteriore perdita a volte anche copiosa, che potrebbe diventare molto pericolosa a contatto con un mozzicone di sigaretta appena gettato.
Anche la riparazione potrebbe essere complicata, visto che il recipiente è fatto di una plastica speciale e ricomprarlo nuovo non è proprio una spesa da poco. Dipende però dal punto in cui è stato praticato il foro. Se viene fatto in corrispondenza dell’apertura superiore del serbatoio, accessibile dall’abitacolo, è possibile inserire un bullone con una doppia guarnizione dall’esterno e avvitarvi un dado dall’interno. Diversamente, anche se con meno garanzie, occorre praticare una filettatura nel foro e inserirvi solo il bullone dall’esterno. Le cose si complicano quando il ladro, oltre a bucare il serbatoio, intacca anche la pompa di alimentazione.
A mio padre è andata bene: il foro era nel posto giusto. Al ladro è andata male: la macchina era in riserva.
E’ una cosa che può succedere in qualunque zona. La macchina di mio padre, per esempio, era parcheggiata a pochi metri dalla caserma dei Carabinieri, nel piazzale Risorgimento.
Grazie a Carlo Mangialomini, dell’autofficina di via Rossini, per la competenza e la capacità di spiegare le cose ad uno come me che capisce di automobili come Giuliano Ferrara di diete vegetariane.
Egidio Morici
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