Si tratta di Filippo Greco, 62 anni, imprenditore di Campobello, trasferitosi a Gallarate, ritenuto uno dei finanziatori, nonché «consigliere economico», dell'organizzazione mafiosa campobellese, e Calogero Randazzo, 63 anni, già condannato per associazione mafiosa.
Per Greco il pm Pierangelo Padova ha chiesto 12 anni di carcere, mentre 10 anni sono stati invocati per Randazzo. Per il 21 maggio è prevista l'arringa dell'avvocato Biagio Di Maria, difensore di Randazzo, e per il 28 quelle di Michele e Antonella Moceri, legali di Greco.
Nel corso del processo, che si svolge davanti al gup di Palermo Giangaspare Camerini, è stata ascoltata, su citazione dell'avvocato Di Maria, Vincenza Licata, amministratore della sala ricevimenti «L'Ancora», che ha dichiarato di non avere mai assunto Randazzo, né di essere stata contattata a tal fine.
Al Tribunale di Marsala, intanto, si avvia alle battute finali il processo alle altre sette persone coinvolte nell'operazione «Campus Belli». Tra queste, l'ex sindaco Ciro Caravà e l'anziano boss Leonardo Bonafede. Con loro, alla sbarra, anche Cataldo La Rosa e Simone Mangiaracina, considerati il «braccio operativo» di Bonafede, Gaspare Lipari, che avrebbe svolto una funzione di «collegamento» tra il sindaco e il capomafia, Antonino Moceri, e Antonio Tancredi. Gli ultimi due, operanti nel settore olivicolo, sono accusati di concorso esterno. Secondo gli investigatori, la famiglia mafiosa campobellese avrebbe mantenuto uno stretto collegamento con Matteo Messina Denaro, infiltrandosi «progressivamente nelle attività imprenditoriali dell'area». Soprattutto nel settore olivicolo.
GIAMMARINARO. Nuova udienza oggi processo sul sequestro di beni all' ex deputato Pino Giammarinaro. Sarà sentito il fotografo Oliviero Toscani. Nell'ultima udienza ha parlato il segretario della Dc, Giuseppe Pizza, che ha raccontato che il candidato Sindaco a Salemi doveva essere lui, ma poi rifiutò. "Sua sanità" Giammarinaro intendeva candidare l'on. Giuseppe Pizza. Ma il diretto interessato declinò l'invito ed allora lui gli propose quantomeno di caldeggiare la candidatura di Vittorio Sgarbi. In aula è stato chiamato a deporre anche l'architetto Lelio Di Zio, ex consulente dell'amministrazione comunale di Salemi per il progetto Case ad un euro. Il professionista ha riferito di contrasti all'interno della Giunta in merito al percorso da seguire. Inizialmente il suo progetto era stato accantonato a seguito di alcune critiche del fotografo Oliviero Toscani, all' epoca assessore. Successivamente Sgarbi e Giammarinaro si recarono in Abruzzo per visionare un paese in cui l'architetto aveva sviluppato un progetto analogo e ne rimasero positivamente colpiti tanto da decidere di seguire il percorso indicato da Di Zio. Nel corso dell'udienza Giammarinaro ha chiesto di parlare facendo delle puntualizzazioni in merito al suo percorso imprenditoriale.
CONFINDUSTRIA. Confindustria Trapani si è costituita parte civile ed è stata ammessa nel procedimento penale CRIMISO in cui sono coinvolti vari esponenti di clan mafiosi di Alcamo, Castellammare del Golfo, Partinico accusati di estorsioni, danneggiamenti ed incendi in danno di operatori economici e che ha avuto inizio oggi dinanzi al GUP di Palermo. “La condotta criminale contestata agli imputati – evidenzia Gregorio Bongiorno, rappresentante di Confindustria Trapani – costituisce una persistente e grave violazione della libertà di iniziativa economica produttiva di un danno non soltanto agli imprenditori vittime di tale condotta ma anche dell’intera collettività. Il nostro intento è di sensibilizzare sempre di più le vittime a denunciare perché questa è l’unica strada per operare in un contesto socio-economico privo di condizionamenti di qualsiasi tipo e nel rispetto delle regole del libero mercato”.